Le fibre solubili possono aiutare chi soffre di colon irritabile, migliorando la digestione e riducendo sintomi come gonfiore e crampi. Tra le migliori fonti di fibre solubili si trovano l’avena, i semi di lino, le mele e le carote.
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Una condizione medica particolarmente diffusa nella popolazione generale è la sindrome del colon irritabile, una particolare forma di colite le cui cause non sono state ancora chiarite con certezza.
È una patologia indicata con diverse denominazioni o sigle: sindrome dell’intestino irritabile (SII), colite spastica, colon irritabile, IBS (Irritable Bowel Syndrome); colpisce entrambi i sessi, ma ha una particolare “predilezione” per quello femminile; le donne ne sono infatti colpite in misura doppia. Il problema riguarda più comunemente la fascia di età giovane-adulta, ma anche i bambini non ne sono immuni.
Non la si può certamente definire una patologia pericolosa o particolarmente grave, ma è indubbio che si tratti di una condizione sicuramente molto fastidiosa e, di conseguenza, ha un impatto talvolta pesante sulla qualità di vita.
Non sempre si riesce a risolvere del tutto questa patologia, ma certamente la si può tenere efficacemente sotto controllo, anche attraverso un’alimentazione adeguata.
A quest’ultimo proposito risulta interessante indagare il ruolo delle fibre alimentari, perché alcune di esse, come per esempio quelle che si possono trovare in uno integratore con psillio, possono alleviare la sintomatologia del colon irritabile (dolore e gonfiore a livello addominale, flatulenza, diarrea alternata a stitichezza ecc.). Scopriamo quindi qualcosa di più su questo argomento.
Tutte le fibre alimentari sono d’aiuto in caso di colon irritabile?
Le fibre alimentari sono sostanze organiche che, fatte salve alcune eccezioni, appartengono alla categoria dei carboidrati; diversamente da quanto accade con altri nutrienti, esse non sono digeribili. In linea di massima, hanno un ruolo importante per il benessere intestinale e possono risultare utili anche per coloro che soffrono di sindrome del colon irritabile, ma a tal proposito occorre fare delle distinzioni importanti perché non tutte le fibre alimentari sono consigliate a chi è affetto da tale disturbo.
Le fibre alimentari presenti in natura possono essere suddivise in due categorie: idrosolubili e insolubili; le prime sono presenti in quantità interessanti in alimenti quali agrumi, avena, carote, fagioli, mele, orzo e piselli; quelle insolubili sono presenti in discrete quantità nella crusca di frumento, nella farina integrale, nel mais, nei cavolfiori, nei fagioli, nelle patate ecc.
Le fibre alimentari idrosolubili sono caratterizzate dal fatto che sono in grado di assorbire una discreta quantità d’acqua formando una sostanza gelatinosa.
In chi soffre di sindrome del colon irritabile, le fibre solubili possono alleviare la sintomatologia che caratterizza tale disturbo, mentre quelle insolubili non apportano benefici significativi in tal senso e, in alcuni casi, possono addirittura causare un peggioramento di alcuni dei sintomi, in particolare dolore e gonfiore addominali.
È quindi importante distinguere la tipologia delle fibre alimentari perché non sempre esse hanno un effetto benefico in chi soffre di determinate problematiche.
Si deve però precisare che le fibre alimentari insolubili, pur essendo controindicate in chi soffre di colon irritabile, hanno diversi benefici (sono per esempio utili in chi soffre di stitichezza, sindrome emorroidaria, diverticolite ecc.).
Fibre solubili: quali sono le più indicate per il colon irritabile?
Tra le principali fibre solubili indicate per coloro che soffrono della sindrome del colon irritabile si ricordano lo psillio, la pectina, la gomma di guar e l’inulina.
Lo psillio è una delle fibre idrosolubili più interessanti per quanto riguarda il trattamento del colon irritabile. Viene ricavato dai semi e dalla cuticola della Plantago ovata, una pianta erbacea nativa dell’Asia occidentale. Una volta assorbita dallo psillio, l’acqua forma un gel emolliente viscoso e denso che favorisce la regolarità del transito intestinale e la normale consistenza delle feci. Lo psillio si trova comunemente sotto forma di integratore e in alcune preparazioni alimentari.
La pectina è una fibra alimentare presente in diversi tipi di frutta (per esempio nelle mele, ma anche negli agrumi). Anche la pectina a contatto con l’acqua forma un gel viscoso. È particolarmente indicata in chi soffre di colon irritabile con frequenti episodi di diarrea.
La gomma di guar è una fibra alimentare presente nei semi della Cyamopsis tetragonoloba, una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Fabacee. La gomma di guar è disponibile anche sotto forma di integratore. In commercio sono presenti gomme di guar parzialmente idrolizzate (PHGG) che diversamente da quelle non idrolizzate, restano liquide e non gelificano; una volta giunte nell’intestino regolano l’equilibrio idrico e assorbono acqua se questa è presente in eccesso oppure la rilasciano se il materiale intestinale è disidratato; sono quindi rispettivamente utili in caso di diarrea e di stitichezza. Sono indicate sia in caso di colon irritabile che di diverticolosi. Rispetto alla tradizionale gomma di guar, le PHGG sono gravate da minori effetti collaterali.
Merita alcune considerazioni a parte il ricorso all’inulina, una fibra alimentare solubile con proprietà prebiotiche: non tutti coloro che soffrono di sindrome del colon irritabile la tollerano bene; può infatti aumentare la produzione di gas intestinali, però, nei soggetti in cui questo effetto collaterale non si presenta, l’inulina può contribuire a migliorare la salute del microbiota intestinale e la funzionalità digestiva; il ricorso a questa fibra alimentare va quindi valutato tenendo presente che in alcuni soggetti potrebbe essere controindicata.
Quante fibre alimentari al giorno?
La gran parte delle linee guida dei Paesi europei raccomanda un consumo giornaliero di fibre alimentari che va dai 25 ai 35 g (25-32 g nelle donne e 30-35 g negli uomini).