L’inquinamento atmosferico soffoca l’Asia: la “stanza di guerra contro lo smog” e l’inseminazione delle nuvole sono davvero la risposta?

L'inquinamento atmosferico in Pakistan e India ha raggiunto livelli critici, mettendo a rischio la salute di milioni di persone. Lahore è la città più inquinata al mondo, mentre Nuova Delhi lotta per respirare. Le autorità corrono ai ripari con misure di emergenza, ma servono soluzioni a lungo termine

Una cappa di smog avvolge l’Asia meridionale, mettendo a dura prova la salute di milioni di persone. Città come Lahore, in Pakistan, e Nuova Delhi, in India, sono intrappolate in una crisi ambientale senza precedenti, con livelli di inquinamento atmosferico che superano di gran lunga le soglie di sicurezza stabilite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Lahore, capitale del Punjab pakistano, si è aggiudicata il triste primato di città più inquinata al mondo, secondo la classifica in tempo reale del gruppo svizzero IQAir. Il 6 novembre 2024, l’indice di qualità dell’aria (AQI) ha raggiunto quota 1165, oltre 120 volte superiore ai livelli raccomandati dall’OMS. Solo pochi giorni prima, il picco di 1900 aveva costretto le autorità a chiudere le scuole primarie e a imporre il lavoro da casa.

Anche Nuova Delhi, capitale dell’India, sta lottando contro lo smog. Classificata per quattro anni consecutivi come la capitale più inquinata al mondo da IQAir, la città registra un AQI allarmante, con un terzo delle 39 stazioni di monitoraggio che supera quota 400, un livello che mette a rischio anche le persone sane.

Le cause della crisi

Le cause di questa emergenza sono molte. La combustione di residui agricoli, pratica diffusa in Punjab per preparare i campi alla semina del grano, rilascia nell’aria enormi quantità di fumo e particolato. A questo si aggiungono le emissioni dei veicoli, l’attività industriale, le polveri sottili provenienti dai cantieri edili e la stagnazione dell’aria fredda tipica dei mesi invernali, che impedisce la dispersione degli inquinanti.

“Ogni inverno l’Asia meridionale è avvolta da un intenso inquinamento, poiché l’aria fredda intrappola emissioni, polvere e fumo provenienti dagli incendi agricoli”, ha fatto sapere l’Energy Policy Institute (EPIC) dell’Università di Chicago nel suo ultimo Air Quality Life Index, che mette in guardia sulle gravi conseguenze per la salute: l’inquinamento potrebbe ridurre di oltre cinque anni l’aspettativa di vita delle persone nella regione.

Stanze di guerra e pioggia artificiale

Di fronte a questa crisi, le autorità di Pakistan e India corrono ai ripari, a loro modo. In Punjab, è stata istituita una “stanza di guerra contro lo smog” per coordinare gli interventi. Un team di esperti provenienti da otto dipartimenti monitora la situazione, analizza i dati e le previsioni e implementa misure di contenimento. Tra queste, la chiusura delle scuole primarie, il divieto di circolazione per i risciò, il blocco di alcuni lavori edili e l’invito alla popolazione a restare in casa.

A Nuova Delhi, il ministro dell’Ambiente Gopal Rai ha proposto di utilizzare la pioggia artificiale per ripulire l’aria. La tecnica, nota come cloud seeding o “inseminazione delle nuvole“, consiste nell’iniettare nelle nuvole sali, come ioduro d’argento, per stimolare le precipitazioni. L’idea era già stata presa in considerazione nel 2023, ma non si era concretizzata a causa delle condizioni meteorologiche sfavorevoli. Quest’anno, di fronte al peggioramento della qualità dell’aria, il governo indiano sembra determinato a sperimentare questa soluzione.

Un problema transfrontaliero

Il governo del Punjab non esita a puntare il dito contro l’India, accusandola di contribuire all’inquinamento atmosferico con le emissioni provenienti dai suoi territori. “Il vento proveniente dall’India verso Lahore sta portando lo smog a livelli pericolosi”, ha dichiarato Marriyum Aurangzeb, ministro anziano del Punjab. Si sta valutando la possibilità di avviare un dialogo con Nuova Delhi per affrontare congiuntamente il problema.

L’impatto sulla salute

L’inquinamento atmosferico ha un impatto devastante sulla salute umana. Le malattie respiratorie sono in aumento, con gli ospedali che registrano un’impennata di ricoveri per asma, bronchite e altre patologie polmonari. Particolarmente a rischio sono i bambini e gli anziani, le cui difese immunitarie sono più deboli.

La regione, che comprende i paesi più inquinati del mondo: Bangladesh, India, Nepal e Pakistan, è responsabile di oltre la metà degli anni di vita persi a livello globale a causa dell’inquinamento, ha affermato l’Energy Policy Institute (EPIC) dell’Università di Chicago.

“Stiamo assistendo a un aumento dei pazienti dovuto a un’eruzione di asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva e bronchite correlata all’inquinamento. C’è un aumento di circa il 20%-30% di pazienti”, ha spiego a Reuters Prashant Saxena, direttore senior di pneumologia presso il Fortis Hospital di Delhi.

Mentre le “stanze di guerra” contro lo smog lavorano senza sosta e si discute di pioggia artificiale, è chiaro che queste misure sono solo un palliativo. Per liberare India e Pakistan dalla morsa dell’inquinamento atmosferico, serve un cambio di passo, una strategia a lungo termine che coinvolga tutti i settori della società.

Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili è fondamentale. L’India –  responsabile del 7% delle emissioni globali di anidride carbonica -, è il terzo Paese al mondo per emissioni di gas serra (quarto se consideriamo anche l’Unione europea) , con il 70% della sua energia elettrica prodotta dal carbone. Puntare sulle rinnovabili, come l’energia solare ed eolica, di cui il Paese è ricco, è un passo cruciale. Anche il Pakistan, che fa largo uso di carbone e petrolio, deve accelerare la transizione energetica. In entrambi i Paesi, incentivare la mobilità sostenibile, con il trasporto pubblico e la micromobilità elettrica, contribuirebbe a ridurre le emissioni nocive.

Migliorare l’efficienza energetica in ambito industriale e domestico è un altro tassello importante. La lotta alla deforestazione è essenziale per aumentare l’assorbimento di CO2 e migliorare la qualità dell’aria. In India, la perdita di foreste è un problema serio: secondo il Global Forest Watch, che monitora i cambiamenti delle foreste utilizzando dati satellitari, il Paese ha perso 414.000 ettari di foresta primaria umida (4,1%) dal 2002 al 2023, pari al 18% della perdita totale di copertura arborea nello stesso periodo.

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