Aldaia, la tragedia sommersa alle porte di Valencia: il parcheggio sotterraneo del centro commerciale trasformato in cimitero

Una trappola mortale: questo è diventato il parcheggio sotterraneo del centro commerciale di Bonaire. Il numero delle persone rimaste bloccate all’interno è incalcolabile

L’alluvione che ha colpito la regione di Valencia è senza dubbio una delle tragedie più drammatiche per la Spagna in questi ultimi anni, emblema della potenza dei cambiamenti climatici. Le piogge torrenziali causate dalla tempesta Dana hanno travolto migliaia di persone, spazzato via interi quartieri e causato la morte di almeno 217 persone, un numero che potrebbe crescere ulteriormente a causa dei numerosi dispersi, stimati oltre mille.

In particolare c’è un luogo che potrebbe essere diventato un vero e proprio cimitero, con i soccorsi che ancora tardano a raggiungere chi vi è rimasto intrappolato dentro. Stiamo parlando del parcheggio sotterraneo del centro commerciale di Bonaire, ad Aldaia, che si è trasformato in una trappola mortale.

Al momento del disastro, infatti, il parcheggio del centro commerciale Bonaire conteneva numerosi veicoli e centinaia di persone che, ignare dell’imminente pericolo perché non debitamente segnalato dalle autorità, si trovavano lì per motivi di lavoro o di acquisti. Le immagini sono impressionanti e ancora non abbiamo una reale portata di quanto accaduto.

È impossibile fare previsioni su cosa si troverà nei piani inferiori dei parcheggi

Con una capacità di 5.700 posti auto, lo spazio si è allagato rapidamente, trasformandosi in quello che è stato descritto dai soccorritori come un cimitero. Le idrovore e le squadre di sub hanno lavorato incessantemente per aspirare l’acqua dai livelli sommersi, ma le speranze di trovare sopravvissuti sono purtroppo minime. Al momento le idrovore hanno aspirato il 75% dell’acqua che arriva a quattro metri di altezza nei due piani interrati.

Alcuni sommozzatori hanno riportato che i corpi all’interno delle auto rimaste intrappolate nell’acqua e nel fango sono decine, mentre le operazioni per rimuovere i veicoli richiederanno ancora tempo. Il ministro dei Trasporti, Óscar Puente, ha sottolineato che è impossibile fare previsioni su cosa si troverà nei piani inferiori dei parcheggi, dato che ogni calcolo sulle vittime al momento è soltanto speculativo.

Nel frattempo i soccorsi vanno a rilento ovunque con le difficoltà di accesso ai quartieri isolati e la mancanza di risorse che stanno aggravando la situazione. Alcune zone sono rimaste senza elettricità, acqua e gas per giorni, e si stima che ci vorranno settimane per ripristinare i servizi essenziali e consentire ai residenti di iniziare la ricostruzione.

Un inferno che dunque non sembra avere fine, con una conta dei danni che è solo destinata al rialzo e purtroppo di molto. Una tragedia che rappresenta un drammatico monito sulla vulnerabilità delle infrastrutture urbane di fronte a eventi climatici estremi e non può che non farci riflettere sulla necessità di un miglior coordinamento e di investimenti per prevenire (e gestire) simili catastrofi in futuro che rischiano di diventare all’ordine del giorno.

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