Resta tecnicamente possibile intraprendere un percorso che porti davvero a contenere l’innalzamento termico globale entro 1,5 °C, ma al momento l’Accordo di Parigi si allontana. Il nuovo Rapporto UNEP sulle emissioni di gas serra spaventa, ma non distrugge totalmente le speranze. Ma si deve fare molto, e molto presto
“No more hot air… please!” (“Basta aria calda, per favore!”), il titolo del nuovo Rapporto UNEP (‘United Nations Environmental Programme’) sulle emissioni di gas serra (‘Emissions Gap Report 2024’) dice già tutto. La crisi climatica è in atto, non più “in arrivo”. Lo dimostrano gli eventi climatici estremi che in questi giorni stanno travolgendo intere Nazioni, culminando in catastrofi come quella di Valencia.
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Il rapporto è la 15esima edizione di una serie che riunisce molti dei migliori scienziati del clima del mondo per esaminare le tendenze future nelle emissioni di gas serra e fornire potenziali soluzioni alla sfida del riscaldamento globale. E, se da un lato è un macigno, da un altro non distrugge tutte le speranze, ma si deve fare molto e molto presto.
Il documento rileva infatti che le Nazioni devono dimostrare ambizioni e mettere in atto azioni molto più determinate, altrimenti l’obiettivo di 1,5°C dell’Accordo di Parigi scomparirà nel giro di pochi anni.
E fino a qui, purtroppo, nessuna novità.
Che cosa dice in più il Rapporto UNEP 2024
Ma c’è di più, perché il rapporto esamina quanto gli Stati devono tagliare i gas serra con il prossimo ciclo dei Nationally Determined Contributions (NDC), con i quali, in base all’Accordo di Parigi, ogni Stato membro presenta gli obbiettivi nazionali per ridurre le emissioni, la cui presentazione è prevista per l’inizio del 2025, prima della COP30.
Per raggiungere l’obiettivo di 1,5°C, secondo quanto riportato dal rapporto, sono necessari in particolare tagli del 42 percento entro il 2030 e del 57 percento entro il 2035.
Un fallimento nell’aumentare le ambizioni in questi nuovi NDC e nell’intraprendere azioni immediate metterebbe il mondo sulla buona strada per un aumento della temperatura di 2,6-3,1 °C nel corso di questo secolo – si legge nel documento – Ciò avrebbe effetti debilitanti su persone, pianeta ed economie
Si deve fare molto, e molto presto
Resta tecnicamente possibile intraprendere un percorso di 1,5 °C, l’UNEP non dichiara totalmente bandiera bianca, ma tutto quello fatto finora non è bastato e non basterà. È urgente spingere su energia solare, eolica e fermare il disboscamento delle foreste.
Per realizzare questo potenziale, NDC sufficientemente forti dovrebbero essere sostenuti urgentemente da un approccio di tutti i governi, con misure che massimizzino i co-benefici socioeconomici e ambientali, una migliore collaborazione internazionale che includa la riforma dell’architettura finanziaria globale, una forte azione del settore privato e un aumento minimo di sei volte degli investimenti per la mitigazione
E sono proprio le nazioni del G20, tra cui l’Italia, in particolare i membri con le maggiori emissioni, a doversi caricare della parte più importante del lavoro.
È il momento della crisi climatica. È il momento di salire di livello. Il futuro del nostro pianeta è in gioco. Siamo nel mezzo di un’emergenza climatica e la finestra per agire si sta rapidamente chiudendo
Ma purtroppo, alle porte della COP29, non siamo così sicuri che tali misure verranno prese davvero, con l’Azerbaijan, che ospita la Conferenza, pronto ad optare presto per una grande espansione della produzione di gas fossile nel prossimo decennio.
Il documento è disponibile qui.
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Fonti: UNEP / UNEP/Youtube
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