Un nuovo studio dell'Universitat Jaume I di Castelló de la Plana ha analizzato l'impatto dell'inquinamento indoor da biossido di azoto (NO2) prodotto dalle cucine a gas, rivelando il grave impatto sull'aria domestica e sulla nostra salute
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Accendiamo il fornello, la fiamma prende vita e in pochi minuti la cena è pronta. Un gesto quotidiano, quasi automatico, che però potrebbe nascondere insidie per la nostra salute. A dirlo è uno studio spagnolo dell’Universitat Jaume I di Castelló de la Plana, che ha analizzato l’impatto dell’inquinamento indoor da biossido di azoto (NO2) prodotto dalle cucine a gas.
I risultati non rassicurano: si stimano circa 40.000 morti premature ogni anno in Europa, di cui oltre 12.000 solo in Italia.
Lo studio “Assessment of the health impacts and costs associated with indoor nitrogen dioxide exposure related to gas cooking in the European Union and the United Kingdom”, pubblicato nel repository dell’università spagnola, è il primo nel suo genere a fornire una stima dettagliata delle concentrazioni di NO2 all’interno delle abitazioni europee, correlandole al numero di decessi prematuri e di anni di vita persi a causa dell’esposizione a questo inquinante.
Gli autori, sei ricercatori spagnoli, hanno analizzato le concentrazioni di NO2 in 27 Paesi europei più la Gran Bretagna, trovando che oltre metà di queste nazioni supera le linee guida sanitarie stabilite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ma come è possibile?
I fornelli a gas, durante la combustione, rilasciano nell’aria diverse sostanze inquinanti, tra cui il biossido di azoto (NO2). Questo gas, se inalato in quantità elevate, può irritare le vie respiratorie e contribuire all’insorgenza di malattie cardiovascolari e respiratorie, come asma e bronchite. Il motivo? Rispetto ad altri gas molto solubili in acqua, il biossido di azoto riesce a penetrare più in profondità nei polmoni.
Come spiega il magazine di Fondazione Veronesi, “gli ossidi di azoto sono generati da processi di combustione ad alta temperatura, principalmente per ossidazione dell’azoto presente nell’atmosfera, e in misura minore per ossidazione dei composti dell’azoto presenti nei combustibili. Il biossido di azoto viene prodotto quando vengono bruciati combustibili fossili nei motori dei mezzi di trasporto, nei processi industriali, nelle centrali energetiche, negli impianti di riscaldamento. Viene emesso anche dalle apparecchiature a gas ed è un componente del fumo di tabacco”.
L’Italia maglia nera
I dati mostrano un quadro allarmante per il nostro Paese, dove il 74% delle famiglie utilizza cucine a gas, la percentuale più alta in Europa. L’Italia si posiziona infatti al primo posto per numero di morti premature legate all’inquinamento da NO2 indoor: un dato che fa riflettere, soprattutto se si considera che il numero di vittime è superiore a quello causato dagli incidenti stradali.
Oltre ai 40.000 decessi annui in Europa, si stimano circa 77.000 anni di vita persi, con un costo complessivo per la società di circa 14 miliardi di euro. Di questi, oltre 2 miliardi sono direttamente legati all’Italia. I costi associati alle morti premature raggiungono i 160 miliardi di euro, con un terzo di questa cifra che grava sul nostro Paese.
Un ulteriore aspetto da considerare è l’asma pediatrico: lo studio ha stimato circa 41.000 casi in Europa, di cui 6.510 in Italia. Questi dati mettono in luce non solo l’impatto della cottura a gas sulla salute degli adulti, ma anche sui più giovani, amplificando la necessità di una risposta immediata e incisiva.
Nonostante l’allarmante evidenza dei dati, la consapevolezza pubblica riguardo ai rischi associati all’uso di cucine a gas rimane bassa. Molti consumatori non sono informati sui pericoli legati all’inquinamento indoor, simile a quanto avveniva per il fumo passivo negli anni ’90. La dottoressa Juana María Delgado-Saborit, autrice principale dello studio, ha dichiarato: “La portata del problema è molto peggiore di quanto pensassimo”. Questo richiamo alla responsabilità individuale e collettiva è cruciale in un contesto in cui l’energia fossile continua a essere predominante nelle nostre case.
Cosa fare?
I risultati dello studio spagnolo sottolineano la necessità di un cambio di paradigma nella nostra cultura culinaria. È fondamentale aumentare la consapevolezza sui rischi legati all’utilizzo delle cucine a gas e promuovere l’adozione di alternative più sicure e sostenibili, come le cucine a induzione.
L’European Public Health Alliance (EPHA) ha già lanciato un appello ai politici europei affinché vengano adottate misure concrete per eliminare gradualmente le cucine a gas, incentivando il passaggio a cucine elettriche e imponendo ai produttori di etichettare i propri prodotti con i relativi rischi di inquinamento.
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