Referendum su orsi e lupi in Trentino, quasi il 100% dei residenti nella Val di Sole li trova pericolosi. Cosa succede ora?

Si è tenuta domenica scorsa la consultazione referendaria sugli orsi e sui lupi nei 13 Comuni della Val di Sole, in Trentino: quasi un plebiscito – secondo il 98,58% dei votanti orsi e lupi sarebbero un pericolo – che conferma di come l’obiettivo di certa classe politica sia solo terrorizzare i residenti e, quindi, di creare un clima di opinione favorevole ai massacri di animali

Gli orsi non cambiano il loro status di animali protetti. Questo assunto dovrebbe essere quanto mai certo, anche se il referendum lanciato dal Comitato “Insieme per Andrea Papi” ha avuto un esito ben preciso: il 98,58% degli abitanti dei 13 Comuni del Trentino si dice preoccupato dalla presenza dei grandi carnivori.

Una bella grana, quindi, perché – anche se una “semplice” consultazione locale non può cambiare la normativa europea e nazionale che dà a orsi e lupi la massima tutela – i numeri parlano chiaro: più di 7.700 persone hanno votato contro la presenza degli orsi e dei lupi nella Val di Sole. Il referendum ha superato il 63% e il 98,58% dei votanti ha espresso la stessa opinione. Gli aventi diritto al voto erano 12.477.

Leggi anche: Parla il fungaiolo “aggredito” dall’orso in Trentino: “non va abbattuto, si è solo difeso”

Cosa succederà ora?

Il quesito referendario

Innanzitutto c’è da dire che questo referendum arriva 25 anni dall’avvio del ripopolamento dell’orso bruno nei boschi del Trentino con il progetto Life Ursus. Dopo le prime aggressioni di orsi nei confronti delle persone, però, il sentire comune è parecchio mutato e l’opinione pubblica si è quasi barricata dietro a una paura troppo spesso infondata.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata senz’altro la morte di Andrea Papi, il runner di 26 anni che nel 2023 fu attaccato e ucciso da un orso identificato come JJ4, mamma Gaia.

Da allora è stato un crescendo di malumori, a suon di ordinanze e provvedimenti di catture, abbattimenti o recinzioni, nella percezione di un pericolo decisamente condivisa (e fomentata) tra gli abitanti di un territorio comunque circoscritto. Da qui, il Comitato “Insieme per Andrea Papi” ha raccolto oltre 6mila firme in Val di Sole al fine di promuovere la consultazione popolare dall’esito quasi scontato.

Il quesito proposto era:

Ritieni che la presenza di orsi e lupi in zone densamente antropizzate come la Val di Sole, la val di Pejo e la val di Rabbi sia un pericolo per la sicurezza, un danno per l’economia e per la salvaguardia di usi, costumi e tradizioni locali?

7.731 cittadini hanno detto di sì, solo 111 no e 18 schede bianche.

Ribadiamolo: è, più che un referendum, una consultazione volte a testare la sensibilità sulla questione da parte dell’opinione pubblica (non ci volevano le urne per farlo…).

Ecco perché il responso dovrebbe portare la politica provinciale, nazionale ed europea a fare i conti con la richiesta di aiuto della popolazione della Val di Sole, dice il Presidente della Comunità della Val di Sole, Lorenzo Cicolini, che vorrebbe una revisione della gestione del progetto Life Ursus.

Ma ecco gli animalisti:

La “consultazione” farsa non produrrà alcuna conseguenza di natura giuridica, dal momento che ha avuto, appunto, natura meramente consultiva e che ha coinvolto poche migliaia di persone – dicono dall’ENPA. Insomma il risultato dello scrutinio non può essere “generalizzato” in alcun modo, ma va necessariamente circoscritto a poco più della metà dei residenti della Val di Sole, il cui orientamento ursofobico peraltro era già ampiamente noto.

Proprio per questo la “chiamata alle urne” aveva una chiara connotazione ideologica, evidente sin dalla formulazione fuorviante del quesito pseudo-referendario, ed aveva come obiettivo solo quello di alimentare la propaganda anti- plantigradi e anti-lupi

E concludono dalla LAV:

Se i cittadini desiderano maggiore sicurezza, invece di continuare a farsi prendere in giro da Fugatti, che nella questione orsi ha trovato una miniera d’oro elettorale, farebbero meglio a rivolgersi alla scienza, acquisendo tutte le informazioni necessarie e utili per poter continuare a fruire del territorio in piena tranquillità, consapevoli del fatto che orsi e lupi continueranno a essere loro vicini di casa.

Se questo quesito fosse stato posto a livello nazionale, concludiamo noi e ci scommettiamo la testa, avrebbe avuto esito diametralmente opposto.

Non vuoi perdere le nostre notizie?

Leggi anche: 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram