Una tradizione antica che insegna ai bambini ad avere un rapporto diverso con la morte e che ricorda molto la calza della Befana
Ma non era la Befana a riempire la calza di dolci o carbone? Nel resto d’Italia funziona così, ma in Puglia, precisamente nel foggiano, sono i Morti a riempire le calze. E non succede il 6 gennaio, bensì nella notte a cavallo tra l’1 e il 2 novembre, il Giorno dedicato alla Commemorazione dei Defunti. Naturalmente solo a una condizione: i bambini devono aver fatto i bravi!
Proprio in questa notte un po’ magica, durante la quale si assottiglia il confine tra mondo visibile e invisibile, gli antenati tornano a far visita ai propri cari ancora in vita. Per accogliere le loro anime la tradizione prevede che si lasci socchiusa la porta di entrata, si accendano dei lumini e si lasci la tavola imbandita per tutta la notte.
Come spiega il sito Inside Capitanata, la scelta della calza non è casuale ma dovuta al fatto che essa riveste i piedi, l’organo più prossimo alla terra. E – schiacchiare la terra dopo la sepoltura rafforza il legame tra il morto e l’arto inferiore. – Un ulteriore motivo va cercato nella somiglianza delle calze con le cornucopie, simbolo per eccellenza di fortuna e abbondanza.
Ma cosa regalano i Morti a bambine e bambini? Esattamente le stesse cose che porta la Befana: in passato principalmente frutta secca o di stagione, oggigiorno caramelle e cioccolatini.
Subito dopo riprendono il loro cammino finché proprio il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, rientrano nel loro mondo.
Grazie a questa meravigliosa tradizione i bambini imparano a onorare e ricordare i propri cari defunti in modo gioioso, senza averne paura.
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FONTI: Inside Capitanata/La mia Puglia/FoggiaRacconta
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