Un'inchiesta francese rivela la presenza di PFAS, sostanze chimiche potenzialmente dannose, in cosmetici di marchi famosi come L'Oréal, Kiko, Lancôme, Avène e altri
Indice
Si parla sempre più spesso di PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche), i cosiddetti “forever chemicals”, per la loro capacità di resistere nell’ambiente per lunghi periodi. Questi composti, noti principalmente per il loro impiego in settori come l’industria tessile e i casalinghi (pensiamo alle padelle antiaderenti), sono presenti anche in prodotti insospettabili, tra cui i cosmetici.
Diversi prodotti di marchi noti come Lancôme, L’Oréal e Kiko, contengono PFAS, come evidenziato da una recente indagine del giornale francese Vert.
Queste sostanze chimiche sono state rilevate in oltre un centinaio di articoli venduti online in Francia, evidenziando un problema che coinvolge molti prodotti di bellezza di largo consumo. Parliamo infatti di cosmetici come rossetti, blush, creme idratanti o solari che, come ha rilevato l’indagine, hanno almeno uno PFAS nella loro composizione.
La sostanza trovata più di frequente è stato il PTFE, meglio conosciuto come Teflon, un materiale famoso per la sua resistenza e idrorepellenza. Questo componente era presente in alcuni rossetti, come L’Absolu Rouge Drama Matte di Lancôme, e nel blush Blush Subtil. L’uso del Teflon nei cosmetici, soprattutto quelli applicati sulle labbra, espone al rischio di ingestione, il che pone il tema dei possibili danni alla salute a lungo termine.
Anche tra i cosmetici del marchio italiano Kiko, troviamo una palette per “sopracciglia perfette in ogni occasione” arricchita con PTFE ma tra gli ingredienti figura anche un altro PFAS, il polyperfluoroethoxymethoxy difluoroethyl peg phosphate, sostanza a cui è bene prestare attenzione, soprattutto se si utilizza sull’area delicata degli occhi.
Kiko propone inoltre una maschera purificante contenente methyl perfluoroisobutyl ether, un altro PFAS. Il CEO di Kiko Cosmetics e l’ufficio stampa del marchio, scrive Vert, non hanno risposto alle richieste di chiarimento in merito all’uso di questi ingredienti.
Si segnala infine la presenza di PTFE anche nella crema solare Tinted Mineral Fluid SPF 50+ di Avène.
PFAS per un effetto lifting
L’uso dei PFAS nei cosmetici non si limita a rendere i prodotti resistenti all’acqua, ma in alcuni casi queste sostanze vengono impiegate per ottenere un effetto “lifting sulla pelle.
Incrociando i dati sugli ingredienti presenti sui siti web dei produttori con la lista di 35 PFAS utilizzati nei cosmetici pubblicata dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti, è emerso che L’Oréal è uno dei principali gruppi che li impiega nei propri prodotti.
Tra questi, spicca la linea Revitalift. Alcuni dei suoi prodotti più celebri, come le creme giorno, notte, idratante con SPF30 e il siero idratante levigante, contengono acetyl trifluoromethylphenyl valylglycine, uno PFAS. Questa molecola viene utilizzata per le sue proprietà antirughe, dato che previene la perdita d’acqua dalla pelle e ha la capacità di “gonfiarla” leggermente.
Nonostante l’efficacia di questi composti, la loro sicurezza è sempre più sotto esame. Interpellata, L’Oréal non ha fornito dettagli sul motivo specifico per cui utilizza tali sostanze, limitandosi a dichiarare via email che l’azienda ha avviato un processo di eliminazione graduale dei PFAS dai suoi prodotti a partire dal 2018, con l’obiettivo di eliminarli completamente entro la fine del 2025.
Anche Biotherm, un altro marchio del gruppo, impiega PFAS come il polyperfluoromethylisopropyl ether in alcune delle sue creme idratanti. Allo stesso modo, Yves Saint-Laurent Beauty ha aggiunto perfluorononyl dimethicone a una delle sue matite per occhi, confermando così l’ampia diffusione di questi composti nell’industria cosmetica.
Ma cosa rende i PFAS così pericolosi?
Queste molecole, che possono persistere nell’ambiente per centinaia di anni, sono state associate a gravi rischi per la salute umana, come tumori, malattie della tiroide e problemi di fertilità. Inoltre, uno studio dell’Università di Birmingham ha dimostrato che i PFAS possono essere assorbiti dalla pelle e arrivare nel sangue, un fatto che intensifica l’allarme per l’uso di cosmetici che li contengono.
Il problema diventa ancora più serio se si considera che i PFAS agiscono come interferenti endocrini, un rischio particolarmente grave per i giovani. La crescente tendenza del “Sephora Kids“, che coinvolge bambine e adolescenti nell’uso di prodotti di bellezza, suscita inevitabilmente preoccupazioni in questo senso.
Leggi anche: Sempre più bambine ossessionate da prodotti di bellezza e creme antirughe (le chiamano “Sephora kids”)
Come ha ricordato Laurence Coiffard, professoressa di farmacia presso l’Università di Nantes, in Francia, specializzata in cosmetologia:
Si tratta di prodotti pensati per gli adulti, e non per i bambini, che si trovano nel mezzo di uno sconvolgimento ormonale.
Vert specifica poi che anche:
Se non abbiamo trovato PFAS nei prodotti a marchio Sephora, questa catena di negozi vende molti cosmetici di altri marchi che li contengono. Tra questi, Natasha Denona (PTFE in alcuni ombretti ), MAC (in un mascara), Charlotte Tilbury (in una matita) o anche Laneige (tetradecyl aminobutyroylvalylaminobutyric urea trifluoroacetate in un siero), un noto marchio di adolescenti che Sephora promuove su TikTok. Per il momento il dipartimento comunicazione di Sephora non ha risposto alle nostre domande.
È tutto legale
Nonostante la consapevolezza crescente dei rischi legati ai PFAS, questi ingredienti sono ancora legali nei cosmetici. Recentemente, un disegno di legge presentato dal deputato ecologista Nicolas Thierry in Francia propone di vietare la fabbricazione e l’importazione di PFAS in vari prodotti, inclusi quelli di bellezza.
Tuttavia, la legge non è ancora stata adottata, e milioni di consumatori (in tutto il mondo, in realtà) continuano a essere esposti a questi inquinanti attraverso l’uso quotidiano di prodotti cosmetici.
L’Ue si sta iniziando a muovere per eliminarli ma gradualmente: Stop UE ai Pfas, ma le nuove restrizioni hanno non poche eccezioni
Come evitare i PFAS nei cosmetici
L’inchiesta di Vert non si limita a denunciare i marchi coinvolti, ma punta anche a sensibilizzare i consumatori su come evitare i PFAS. Verificare le etichette degli ingredienti e prediligere prodotti certificati sono tra le soluzioni suggerite. Marchi con certificazioni come Cosmébio, Ecolabel europeo o Ecocert garantiscono l’assenza di queste sostanze dannose.
Ne abbiamo già parlato in un precedente articolo: Pfas in creme idratanti, rossetti e smalti: ti spiego come scegliere i prodotti più sicuri per la tua bellezza
Un’ultima avvertenza di Vert è quella di considerare che il mercato è pieno di insidie, il suggerimento è dunque di stare attenti alle false promesse di “biologico” o “ecologico”, che spesso si riferiscono solo a un singolo ingrediente certificato.
Non vuoi perdere le nostre notizie?
- Iscriviti ai nostri canali Whatsapp e Telegram
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite
Fonte: Vert
Leggi anche:
- Ci sono davvero Pfas nell’acqua di rubinetto? Ecco cosa ha scoperto l’indagine sulle fontanelle di 34 città italiane
- PFAS: sempre più utilizzati nella produzione di pesticidi negli Usa (con tutti i rischi che ciò comporta)
- Le creme solari contengono davvero PFAS? Facciamo un po’ di chiarezza
- Abbiamo trovato PFAS in oltre l’80% dei prodotti di 27 marchi di abbigliamento outdoor
- Dalle padelle ai cosmetici, i Pfas sono ovunque nelle nostre case (ma con questi accorgimenti possiamo limitarli)