A Stromboli, in particolare nel piccolo borgo di Ginostra, è emergenza a causa delle forti piogge delle ultime ore, si temono esondazioni di fiumi e torrenti e Catania è sotto il diluvio. Ma no, non è “colpa” dell’autunno se il fango sta arrivando fin dentro le case degli abitanti
Non è solo pioggia torrenziale, non è “colpa” dell’autunno se anche la Sicilia è in preda a emergenza frane, con fango che a Stromboli arrivato fin dentro le case degli abitanti. La discutibile gestione dei nostri territori, unita agli effetti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici, sta facendo aumentare la frequenza di queste tragedie. E, se non si cambia passo, la situazione complessiva può solo peggiorare.
La Sicilia in queste ore
La situazione è particolarmente critica nel piccolo borgo di Ginostra, dove si registrano ingenti danni dovuti alle frane a loro volta provocate dal nubifragio che sta colpendo in queste ora tutta Stromboli. Come riferisce infatti il meteorologo Marco Castelli su 3B Meteo, si sono verificati crolli di costoni e cedimenti in varie zone dell’Isola.
Colate di fango ed acqua si sono riversate lungo le piccole stradine del borgo di Ginostra – riporta l’esperto – Circa cinquanta residenti sono isolati all’interno delle loro case a causa del terreno franoso e della presenza di detriti. Inoltre, i cavi elettrici sono stati tranciati, interrompendo l’erogazione di energia elettrica
Maltempo Sicilia, nubifragio a #Stromboli, ingenti danni a #Ginostra – Videohttps://t.co/qcVtkwhhUZ
— 3B Meteo (@3BMeteo) October 19, 2024
I Vigili del Fuoco stanno lavorando senza sosta da ore: i sommozzatori del nucleo di Catania sono accorsi per mettere in salvo diversi automobilisti rimasti intrappolati nelle vetture. Interventi a Enna e Caltanissetta, e squadre impegnate per allagamenti e danni d’acqua a Catania e Agrigento.
#Maltempo #Sicilia, dalle prime ore del mattino #vigilidelfuoco al lavoro: in provincia di #Caltanissetta, tra Gela, Sommatino e Riesi per allagamenti e danni d’acqua; a #Enna, per un costone roccioso franato in strada, nessuna persona coinvolta [#19ottobre 10:00] pic.twitter.com/QQXLFjbtx4
— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) October 19, 2024
Un aggiornamento di poco fa ha confermato l’esondazione del Salso a Licata (AG), a causa del quale sono stati attivate le operazioni di soccorso di persone rifugiate sui tetti delle case.
#Maltempo #Sicilia, prosegue il lavoro dei #vigilidelfuoco: oltre #Enna e #Caltanissetta, squadre impegnate per allagamenti e danni d’acqua a #Catania e #Agrigento. Esondato il Salso a Licata (AG), in corso il soccorso di persone rifugiate sui tetti delle case [#19ottobre 13:30] pic.twitter.com/503TwrckXd
— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) October 19, 2024
Solo maltempo?
No, non è “maltempo”. Gli episodi di eventi climatici estremi si stanno moltiplicando nel nostro Paese, ove sempre di più sembra di vivere in un Paese tropicale. E la mano dell’uomo non finisce nemmeno con le emissioni e tutte le attività climalteranti: i governi e le amministrazioni locali continuano infatti ad autorizzare disboscamenti e consumo di suolo.
Il Rapporto ISPRA sul consumo di suolo del 2023 mostra una situazione a dir poco drammatica: continuiamo a erodere e a distruggere quel poco che resta. Il dissesto idrogeologico avanza, e infatti le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, anche in queste ore.
Le superfici naturali sono preziose anche per assicurare l’adattamento ai cambiamenti climatici in atto. E se questi sono in gran parte colpa nostra, il consumo e il degrado del suolo lo è del tutto. Nel 2021 abbiamo perso una media di 19 ettari al giorno, anche se in pandemia.
Emilia-Romagna, Ischia, Liguria, Marche e ora anche Sicilia. Ma niente: nel nostro Paese viene continuamente consumato suolo naturale per dare spazio a cemento, soprattutto poli per la logistica e centri commerciali, anche in aree ad alto rischi idraulico.
Un caso clamoroso si trova a Piacenza, con oltre 50 ettari di suolo irrimediabilmente perso per un nuovo ecosistema della logistica – riferiva Giuseppe Milano, ingegnere e urbanista – con questo dato che aumenta fino a raggiungere i quasi 200 ettari in una regione, l’Emilia-Romagna, che continua ad annientare una risorsa naturale non rinnovabile in grado di assicurare preziosi servizi ecosistemici quando dispone di migliaia di architetture dismesse che andrebbero riqualificate e rifunzionalizzate
Leggi anche: Non abbiamo più suolo (e quello che resta è deteriorato), i drammatici dati dell’ultimo Rapporto ISPRA
A quante altre tragedie dobbiamo assistere ancora?
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Fonti: 3B Meteo / 3B Meteo/X / Vigili del Fuoco/X / Gazzetta del Sud/Facebook
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