Collocato nel vigneto adiacente alle Cantine Caviro, l’impianto produrrà annualmente 1.300.000 kWh di energia elettrica, sufficienti a coprire il fabbisogno energetico della sede vitivinicola e proteggerà le viti, riparandole da grandine, vento e gelate primaverili, ottimizzando al contempo l'esposizione solare per la fotosintesi
Energia solare e tradizione agricola si incontrano in un progetto che punta a rivoluzionare la viticoltura italiana. Caviro, la più grande Cantina d’Italia, ha inaugurato oggi, 17 ottobre, il più grande impianto agrivoltaico su vigneto nel nostro Paese.
Situato nel vigneto adiacente alle Cantine Caviro, l’impianto produrrà annualmente 1.300.000 kWh di energia elettrica, sufficienti a coprire il fabbisogno energetico della sede vitivinicola. Ma non solo: il sistema agrivoltaico avanzato adottato da Caviro assolve anche alla funzione di protezione delle viti, riparandole da grandine, vento e gelate primaverili, ottimizzando al contempo l’esposizione solare per la fotosintesi.
Il progetto, che si estende su una superficie di 1,5 ettari e conta 63 tracker monoassiali e 1.386 pannelli solari bifacciali, rappresenta un investimento complessivo di 1,5 milioni di euro.
“L’impianto agrivoltaico di Forlì è un progetto pilota che ci permetterà di acquisire dati e conoscenze importanti per migliorare la qualità delle nostre produzioni, proteggere il raccolto e produrre energia pulita“, ha spiegato Giampaolo Bassetti, Direttore Generale di Caviro, in un’intervista esclusiva a GreenMe. “Siamo convinti che questo modello possa essere replicato anche in altre cantine della nostra filiera, contribuendo alla transizione verso un futuro più sostenibile per il settore vitivinicolo italiano”.
L’impianto agrivoltaico inaugurato oggi è l’inizio di un percorso che vedrà interagire sempre di più agricoltura ed energia pulita, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu.
“La filiera vitivinicola si presta in modo ideale al cosiddetto ‘uso duale’ del suolo, correlato alla produzione agricola ed energetica”, ha spiegato Giampaolo Bassetti. “Con questo progetto pilota, Caviro vuole dimostrare che la produzione di energia pulita può andare di pari passo con un vigneto più sostenibile, in cui quantità e qualità non vengano modificate e la copertura fotovoltaica aiuti a mitigare i danni causati dai cambiamenti climatici. Eventi meteorologici estremi come grandinate e gelate primaverili sono sempre più frequenti e intensi, mettendo a dura prova i nostri vigneti. Questo impianto ci permette di proteggere le nostre viti e garantire la continuità produttiva anche in condizioni climatiche avverse”.
L’impianto agrivoltaico di Caviro è un esempio di come l’innovazione tecnologica possa contribuire alla transizione verso un futuro più sostenibile. Il software di gestione, infatti, raccoglie e analizza i dati ambientali, permettendo ai pannelli di orientarsi in modo da ottimizzare l’assorbimento di energia solare e garantire il giusto equilibrio tra ombra e luce per le viti. Questo sistema consentirà inoltre di ridurre il fabbisogno idrico delle piante, un aspetto fondamentale in un contesto di crescente scarsità d’acqua.
“La gestione responsabile delle risorse idriche è una priorità per Caviro”, ha aggiunto Bassetti. “L’agricoltura è uno dei settori più idrovori, e i cambiamenti climatici stanno aggravando la situazione con periodi di siccità sempre più prolungati e fenomeni alluvionali estremi concentrati in qualche ora. Grazie a questo impianto, possiamo contribuire a ridurre l’impatto ambientale della nostra attività e preservare questa risorsa preziosa per le generazioni future. Il sistema di gestione intelligente dell’impianto ci permette di monitorare costantemente l’umidità del terreno e di irrigare le viti solo quando necessario, evitando sprechi e ottimizzando l’utilizzo dell’acqua”.
Negli ultimi anni, Caviro ha implementato tecnologie innovative per il risparmio idrico, recuperando il 42% dell’acqua utilizzata nei suoi stabilimenti, pari a oltre 621 milioni di litri all’anno. “La gestione responsabile delle risorse idriche è una priorità per noi, e abbiamo scelto di investire in impianti che ci permettono di riutilizzare l’acqua, riducendo il nostro impatto ambientale”, spiega Bassetti. Tuttavia, le normative attuali non permettano ancora di impiegare questa acqua recuperata per l’irrigazione, una sfida che Caviro è pronta ad affrontare.
Un modello di economia circolare
L’impegno di Caviro per la sostenibilità si estende a tutta la filiera produttiva. Attraverso la controllata Caviro Extra, il Gruppo ha sviluppato un modello di economia circolare “Dalla Vigna alla Vigna“, che prevede il recupero e la valorizzazione degli scarti della vinificazione. Dalle vinacce si ricavano alcol, vinaccioli per l’olio di semi, enocianina come colorante naturale e fertilizzanti organici, mentre i reflui e gli scarti organici vengono trasformati in biogas e biometano.
“Il nostro obiettivo è eliminare il concetto di scarto“, ha sottolineato Bassetti. “Ogni materia prima è una risorsa preziosa che può essere trasformata e rimessa in circolo, in un ciclo virtuoso che unisce l’uomo e l’ambiente”.
La sfida della sostenibilità
“Crediamo che le aziende abbiano la responsabilità di adottare tecnologie pulite e rinnovabili, ottimizzare i processi per ridurre gli sprechi e sensibilizzare i propri stakeholder sul tema della sostenibilità ambientale, che non è solo una questione di tecnologia, ma anche di cultura e consapevolezza“, ha concluso Bassetti. “Ognuno di noi può fare la propria parte, adottando comportamenti responsabili e scegliendo prodotti e aziende che si impegnano concretamente per la salvaguardia del Pianeta”.
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