Autunno: quali sono i cibi “portafortuna” da mangiare in questo periodo secondo la tradizione

Dall'uva al grano, dalla melagrana alla zucca, ecco tutti i cibi autunnali che secondo le più disparate tradizioni portano fortuna e abbondanza

Dal grano al melograno, dall’uva ai cachi, dalla zucca alle mele, la stagione autunnale pullula di cibi portafortuna, che poi fondamentalmente sono quelli di stagione.

Già diversi popoli antichi, tra cui i Celti, celebravano l’autunno, e in particolare l’Equinozio, riempiendo le tavole di cibo di stagione. D’altronde era l’ultimo momento in cui ci si poteva concedere tanta abbondanza prima dell’arrivo del rigido inverno, che a quei tempi rappresentava una minaccia da non sottovalutare, specie per chi non avesse accumulato sufficienti provviste.

Anche nell’antica Roma i frutti della terra erano grandi protagonisti del periodo autunnale: grano, orzo, mele, cachi, uva abbondavano sulle tavole.

Cibi portafortuna autunnali: simbologie

Quali sono i cibi autunnali che portano bene e perchè sono associati alla fortuna? Scopriamoli uno ad uno:

  • grano, simbolo di fertilità, abbondanza, prosperità. Nell’antico Egitto era simbolo di resurrezione. Ulteriore significato attribuito al grano è quello di crescita e trasformazione spirituale;
  • uva, simbolo di abbondanza, allegria, ricchezza;
  • mela, simbolo di fecondità (la dea Gaia donò una mela a Era quando si sposò con Zeus proprio perché simbolo di fecondità), simbolo di eterna giovinezza (per questo mangiata dalla dea nordica Iduna), e ancora simbolo del sapere tramandato secondo i Celti;
  • zucca, nella Bibbia è simbolo della resurrezione, inoltre indica la rigenerazione spirituale;
  • funghi, simbolo di immortalità e di conoscenza;
  • castagne, la tradizione popolare le considera spesso benauguranti.

La melagrana merita un’attenzione particolare perché, oltre a essere di stagione, nel mondo greco-romano è da sempre associata al mito di Persefone, che proprio durante l’Equinozio di Autunno raggiungeva Ade nell’oltretomba, abbandonando temporaneamente la madre Demetra.

Il mito narra che Ade si era innamorato perdutamente di Persefone (o meglio di Kore, il suo nome da fanciulla), e che per questo decise di rapirla, portandola nel suo regno.

Demetra, disperata, fece di tutto per ritrovare la figlia ma ormai Persefone non poteva più tornare sui suoi passi perchè, nel Regno degli Inferi, aveva mangiato dei chicchi di melograno, frutti dell’Oltretomba. Chiunque li mangiasse non poteva infatti più andarsene.

Demetra amava a tal punto Persefone che riuscì a trovare un accordo con Ade, il quale concesse alla sua sposa di tornare dalla madre per metà dell’anno. Fu così che nacquero le stagioni: quando Persefone raggiunge Ade torna l’inverno, quando risale per raggiungere la madre Demetra, ecco che quest’ultima riporta la primavera.

Oltre a questo mito, esistono numerose leggende che riguardano la melagrana, tutte legate al concetto di fecondità (per via dei numerosi chicchi racchiusi nella polpa) e di abbondanza: per esempio, nell’antica Roma la melagrana tenuta in mano da Giunone simboleggiava il matrimonio, mentre in epoca cristiana venne associata alla ricchezza della benedizione divina e all’amore celeste, spiega l’Enciclopedia dei Simboli di Hans Biedermann.

Che portino fortuna o meno, si tratta pur sempre di cibi di stagione davvero deliziosi, nonché ricchi di proprietà benefiche, quindi vale assolutamente la pena portarli in tavola!

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FONTI: Il shaigan fengshui/artofmourning/themuseinthemirror/FaithCounts

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