“Legalize Mestruazioni”: la potente campagna per la giustizia mestruale per dare voce a questo tema ancora troppo spesso tabù

La campagna “Legalize Mestruazioni” con 25 manifesti che espongono, a caratteri cubitali, la parola “MESTRUAZIONI” vuole infrangere il tabù sociale e stimolare una discussione sulla giustizia mestruale come questione di diritti umani

Ogni mese, circa 1,9 miliardi di persone nel mondo convivono con le mestruazioni. Eppure parlarne apertamente resta un tabù. Per molte persone non sono semplicemente un processo fisiologico, ma una realtà che comporta sfide e discriminazioni.

In alcuni Paesi, chi ha il ciclo è costretto a perdere giorni di scuola o lavoro a causa della mancanza di assorbenti o di servizi igienici adeguati. Inoltre il dolore mestruale viene spesso sminuito e la perimenopausa non è riconosciuta come una condizione che merita attenzione. Stereotipi e battute sull’umore e sullo stato emotivo delle persone con mestruazioni continuano a perpetuare una cultura di stigma.

Proprio per parlare apertamente di questi problemi l’organizzazione WeWorld, da anni impegnata nella giustizia mestruale, insieme a CHEAP – collettivo d’arte pubblica – ha lanciato la campagna “Legalize Mestruazioni”, concepita per rompere il silenzio su un tema delicato come quello delle mestruazioni e per aprire uno spazio di discussione pubblica sui diritti connessi.

In che modo? Affiggendo nella città di Bologna 25 manifesti che espongono, in lettere cubitali, la parola “MESTRUAZIONI”. Lo scopo è quello di infrangere il tabù sociale e stimolare una discussione sulla giustizia mestruale come questione di diritti umani, coinvolgendo chiunque abbia il ciclo mestruale. I manifesti sono stati esposti lungo Via dell’Indipendenza e vi resteranno per un mese.

Il ciclo non è un lusso e nemmeno qualcosa di vergognoso

La campagna “Legalize Mestruazioni” ha scelto un titolo provocatorio per sottolineare come il ciclo mestruale sia spesso trattato come qualcosa di vergognoso o persino “illegale” nella sfera pubblica. Le mestruazioni non devono essere nominate, non se ne deve parlare e si arriva addirittura a nasconderle.

Una reticenza che però non fa altro che contribuire alla disinformazione e alla stigmatizzazione. Eppure il ciclo non è né un lusso né un tema esclusivamente “femminile”, ma una questione di diritti umani e salute pubblica.

La campagna si propone di sensibilizzare su temi come la “tampon tax” e il congedo mestruale, promuovendo politiche di welfare inclusive e mirate. L’obiettivo è quello di creare consapevolezza sulle sfide affrontate da chi ha il ciclo mestruale, puntando a un accesso equo ai prodotti e ai servizi necessari per gestirlo.

La “tampon tax”, ossia l’imposta sugli assorbenti, è uno degli aspetti cruciali della campagna. Sebbene in Italia l’IVA su questi prodotti sia stata ridotta al 10%, resta comunque superiore a quella di altri Paesi europei come la Francia e la Germania, dove è più bassa. In molte altre nazioni, come il Regno Unito, gli assorbenti sono esenti da IVA.

La povertà mestruale, ovvero l’impossibilità di accedere a prodotti igienici durante il ciclo, è un problema globale che limita la partecipazione sociale e lavorativa di molte persone. Per far sì che ciò non accada più, serve è adottare un’ottica di giustizia mestruale, vivendo finalmente liberi da stigma e disagio.

Per rafforzare il messaggio lanciato con la campagna, venerdì 18 ottobre si terrà a Bologna l’evento “Legalize Mestruazioni. Dalla Street Poster Art ai podcast per raccontare che le mestruazioni non sono solo cose da donne”, all’interno del WeWorld Festival Bologna – Film e Racconti dai Margini. L’evento darà ulteriore voce al tema della giustizia mestruale attraverso arte, dibattiti e podcast per urlare a gran voce “basta pregiudizi”.

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Fonte: WeWorld

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