Corpi che parlano: 10 donne influencer della disabilità che stanno cambiando la nostra idea di “normalità”

Con l’avvento dei social media, le persone con disabilità stanno assumendo il controllo della propria narrazione, sfidando i pregiudizi e reclamando spazi di rappresentazione autentica. Queste 10 Influencer stanno riscrivendo la percezione della disabilità, influenzando profondamente il modo in cui la società considera il concetto stesso di diversità e normalità, liberandosi dall'inspiration porn, sfidando pregiudizi e costruendo nuove narrazioni.

Immagina di vivere una realtà in cui ogni gesto quotidiano – un abbraccio, una passeggiata, persino un semplice scambio di sguardi – è filtrato attraverso gli occhi di chi ti osserva, come se ogni tua azione fosse un piccolo miracolo, in un mare di pietismo che raramente ti comprende davvero.

Sei percepito come un’ispirazione solo per il fatto di esistere, di “resistere” in un mondo che sembra fatto per altri, dove le barriere sono anche nelle percezioni altrui. Ti chiamano “eroina” solo perché ogni tuo gesto viene idealizzato come straordinario in virtù della tua disabilità, nonostante tu stia semplicemente vivendo la tua vita.

Questa non è ammirazione, è un altro volto dell’abilismo travestito da elogio, una narrazione che riduce le persone a oggetti di ispirazione, privandole di complessità e umanità. È il cosiddetto inspiration porn, che invece di abbattere barriere, le rinforza, facendoti sentire un’eccezione anziché parte integrante della società.

Questo è il mondo che vivono le persone con disabilità, un mondo che sui social media sta finalmente trovando una nuova voce, potente e autentica. I corpi che una volta erano marginalizzati o rappresentati in modo riduttivo oggi parlano, raccontano, rivendicano il diritto di essere vissuti e mostrati nella loro completezza, senza semplificazioni né sguardi paternalistici.

Stiamo assistendo a una rivoluzione silenziosa e tenace: il linguaggio visivo della disabilità, costruito da chi vive quella condizione ogni giorno, sta cambiando il modo in cui guardiamo alla diversità. Sta sfidando pregiudizi radicati e riscrivendo le regole della rappresentazione sociale, reclamando spazi e narrazioni nuove, in cui ognuno possa sentirsi davvero parte del mondo, senza pregiudizi e senza maschere.

I social media hanno svolto negli ultimi anni un ruolo cruciale nell’evoluzione della comunicazione sulla disabilità, contribuendo a ridefinire le prospettive della società nei confronti delle persone disabili e consolidando i principi fondanti dei Disability Studies. Questi studi, in breve, sostengono che la disabilità non sia semplicemente una condizione fisica o medica, ma piuttosto una costruzione sociale influenzata dalle strutture e dai pregiudizi che escludono, emarginano o “infantilizzano” le persone disabili.

Oggi, invece, l’auto-racconto delle persone con disabilità è diventato più accessibile e immediato, offrendo loro uno spazio pubblico dove presentare una narrazione autentica della propria esperienza, senza mediazione e filtri. Non si parla più solo di limiti e di “eroi”, ma di vita quotidiana, di successi e fallimenti, di passioni e di lotte contro barriere reali e immaginarie.

Le donne con disabilità, ancor di piu, affrontano sfide uniche, legate non solo all’accessibilità, ma anche agli stereotipi di genere e alle aspettative sociali. La loro visibilità sui social rappresenta una doppia rivoluzione, perché ridefinisce sia l’immagine della disabilità sia quella della femminilità e della forza in un contesto che tende a idealizzare corpi conformi e abilità fisiche. Storicamente meno rappresentate rispetto agli uomini, oggi, grazie ai social media, riescono a prendere il controllo della loro narrazione, parlando di temi che toccano non solo la disabilità, ma anche la maternità, la sessualità, l’indipendenza e l’autodeterminazione. Donne che amano, fanno sesso, sono madri. O anche no.

È cosi che influencer come Haben Girma e Alice Wong o come le italiane Sofia Righetti e Giulia La Marca raccontano la propria storia attraverso una nuova comunicazione, che crea empatia e connessione e sfida il pubblico a riconoscere quanto le strutture sociali possano “creare” la disabilità e a scardinare la retorica dell’eroismo e della compassione. Siamo di fronte, insomma, a una nuova frontiera.

La teoria della disabilità e il superamento degli stereotipi

La disabilità, come intesa nella teoria sociale, non è una caratteristica intrinseca della persona, ma una condizione imposta da un contesto sociale che continua a privilegiare la norma fisica e funzionale. La teoria sociale della disabilità sostiene, infatti, che la disabilità non è una condizione biologica in sé, ma una condizione costruita socialmente: l’esclusione e le difficoltà non derivano solo dalle differenze fisiche o cognitive, ma dall’incapacità della società di adattarsi a queste diversità.

In questa prospettiva, le influencer della disabilita non mirano a ottenere compassione, anzi: rivendicano la loro presenza attiva e critica. Attraverso foto, video e racconti diretti, infrangono la retorica della perfezione fisica, mostrando come la diversità dei corpi sia naturale e vada celebrata e sfidando l’estetica mainstream. Il corpo, dunque, diventa un linguaggio potente che parla direttamente al pubblico, superando le barriere verbali, sociali e cognitive. Questa visibilità, diretta e non mediata, rappresenta una nuova modalità di fruizione del corpo disabile, che diventa soggetto attivo e presente. In questo senso, la teoria crip, con cui Robert McRuer sfida le norme sociali su abilità e disabilità criticando l’idea che solo corpi e menti “abili” siano desiderabili o produttivi, diventa un manifesto di libertà: la disabilità non è una deviazione, ma una forma di autenticità che arricchisce la nostra comprensione della condizione umana.

La forza della fragilità

In questo nuovo paradigma, mostrare la vulnerabilità, aspetto considerato tabù, è diventato un atto di connessione e forza. Non a caso, secondo Martha Nussbaum e il suo Capabilities Approach (CA), la vulnerabilità è ciò che rende ogni persona dipendente dagli altri e meritevole di rispetto e cura.

La condivisione di momenti intimi, come le difficoltà sanitarie o l’impatto psicologico della disabilità, crea un senso di vicinanza e comunità. Il linguaggio della vulnerabilità trasforma la disabilità in un’esperienza collettiva di supporto, dove la fragilità diventa forza e il digitale diventa un luogo di mutuo aiuto e solidarietà. Cosi, il racconto quotidiano allontana il rischio del pietismo e costruisce un linguaggio capace di ispirare e sostenere chi vive situazioni simili.

Molti di questi influencer non si limitano a raccontare la propria esperienza, ma si impegnano attivamente per il cambiamento. Alice Wong, ad esempio, ha fondato il Disability Visibility Project, una piattaforma che documenta storie di persone con disabilità per promuovere l’inclusione e difendere i diritti umani.

10 donne influencer della disabilità che stanno cambiando la nostra idea di normalità

Ecco, allora, 10 donne straordinarie, ognuna con una propria unicità, che stanno trasformando le loro esperienze personali in messaggi potenti, capaci di raggiungere milioni di persone grazie ai social, ridefinendo la percezione della disabilità nella società contemporanea. Inutile dire che non si tratta di una selezione esaustiva, ma vuole far conoscere alcune delle voci più influenti e ispiratrici di oggi, ognuna impegnata in modo proprio nel promuovere inclusività e consapevolezza.

  1. Alice Wong: fondatrice del Disability Visibility Project

Una delle figure più significative e rilevanti sul palcoscenico dell’attivismo internazionale per la disabilità è Alice Wong. Nata con atrofia muscolare spinale, Wong è all’origine del Disability Visibility Project, un’iniziativa tesa a raccogliere e diffondere le storie di cittadini disabili che, anche se non più in vita, sono protagonisti di esperienze che la società non dovrebbe dimenticare. Piattaforme come Twitter sono il principale canale di trasmissione degli interessi di Alice Wong, che spaziano dall’accessibilità alla giustizia sociale a alla politica sanitaria, sempre dal punto di vista di chi la disabilità la vive tutti i giorni.

Con il primo talk show sulla disabilità su Twitter, Alice Wong ha creato un format divulgativo che sfrutta la tecnologia per abbattere le barriere comunicative nel mondo della disabilità e raggiungere un pubblico globale. La sua capacità di trasformare la vulnerabilità in attivismo politico, grazie a uno stile comunicativo incisivo, invita la società a considerare la disabilità non come una mancanza, ma come una naturale espressione della diversità umana.

  1. Sofia Righetti: atleta, modella e attivista

Sportiva, modella e attivista italiana, ha trovato sui social media una piattaforma ideale per diffondere il suo messaggio di inclusione e accessibilità. Paralizzata dalle gambe in giù a causa di un errore chirurgico subito da bambina, Sofia ha deciso di affrontare ogni sfida con determinazione, diventando un esempio di resilienza e ispirazione.

Ha gareggiato professionalmente, ha sfilato con orgoglio di sé, in una provocatoria estetica della disabilità che vive quotidianamente e di cui ha fatto il proprio stile. Le sue storie su Instagram raccontano rapporti d’amore senza compromessi, viaggi incompatibili, sport in pista non ancora immaginabili per una persona con disabilità in Italia. Una battaglia continua, quella che conduce con più forza, è l’accesso ai luoghi pubblici e alle gare. La sua presenza è testimonianza di una realtà ostile, ecco perché partecipa a campagne e  collabora con associazioni e movimenti che tentano di cambiare lo status quo dello sport.

  1. Haben Girma: avvocatessa e prima persona sordocieca a laurearsi ad Harvard

Haben Girma è una pioniera e avvocatessa, la prima persona sordocieca a laurearsi ad Harvard. Utilizza la propria esperienza per parlare di accessibilità e pari opportunità, diventando una voce autorevole nella lotta per i diritti delle persone con disabilità. Girma è convinta che ogni barriera sia superabile e, attraverso i suoi interventi pubblici e i social media, denuncia la discriminazione e l’inefficienza dei sistemi che ostacolano l’inclusione.

Haben ha una forte presenza online, utilizzando il linguaggio del corpo e della gestualità per comunicare, rendendo le sue interazioni coinvolgenti e potenti. Racconta la sua vita da un punto di vista personale e intimo, mostrando, quindi, i metodi che usa per navigare nel mondo e per abbattere le barriere della comunicazione. Grazie a questa sua combinazione di vulnerabilità e determinazione, è diventata un punto di riferimento per molte persone e uno stimolo per le aziende a ripensare le loro pratiche per essere più inclusive.

  1. Giulia La Marca, viaggiatrice, blogger e mamma: l’avventura in sedia a rotelle

Giulia La Marca è un’italiana che, attraverso i suoi viaggi in sedia a rotelle, dimostra come la disabilità non sia un ostacolo per esplorare il mondo. Il suo account Instagram è una collezione di fotografie e video dei luoghi che visita, accompagnati da racconti sulle sfide e le bellezze di ogni destinazione. Giulia porta avanti un messaggio chiaro: la disabilità non deve essere un limite alla voglia di scoprire e vivere esperienze nuove.

 

Attraverso i suoi post e le sue storie, Giulia documenta le difficoltà logistiche che le persone con disabilità possono incontrare mentre viaggiano e offre consigli pratici per chi vuole intraprendere un percorso simile. Fonte di ispirazione per chi desidera intraprendere viaggi e avventure pur affrontando difficoltà fisiche, mostra un lato della disabilità che raramente viene rappresentato dai media tradizionali, includendo anche la maternita (ha una bimba e attende il secondogenito). Il suo stile autentico e trasparente crea un senso di comunità e una nuova visione della disabilità come esperienza ricca e dinamica.

  1. Valentina Tomirotti: ironia e autenticità per abbattere gli stereotipi

Valentina Tomirotti è un’influencer italiana nota per il suo stile ironico e irriverente. con cui affronta temi legati alla disabilità e all’accettazione di sé. Vive una condizione di nanismo e utilizza i social per abbattere gli stereotipi e sfidare l’immaginario che vuole le persone con disabilità deboli o incapaci di vivere pienamente. Con un tono sarcastico e brillante, racconta la sua quotidianità, mostrando che la disabilità è solo una delle mille sfaccettature della sua vita.

Il suo profilo Instagram affronta questioni come l’accessibilità dei luoghi pubblici, i pregiudizi legati al suo aspetto e le difficoltà che si incontrano nella vita di tutti i giorni. Spesso collabora con aziende e brand per promuovere la diversità e l’inclusione, diventando un modello di bellezza alternativo che rappresenta un’ampia fetta di popolazione che raramente si vede nei media. La sua autenticità ha creato una comunità di follower fedeli, che trovano nei suoi contenuti un rifugio contro i giudizi e gli stereotipi sociali.

  1. Marina Cuollo: umorismo per smontare i pregiudizi

Marina Cuollo è una scrittrice e attivista italiana che utilizza l’umorismo come strumento per sensibilizzare il pubblico sui temi della disabilità. Marina, che ha una forma di osteogenesi imperfetta, è una critica feroce del pietismo e della compassione forzata che spesso circondano la disabilità. Con ironia e intelligenza, smonta i pregiudizi e le false convinzioni sulla disabilità, offrendo una visione cruda, ma realistica della vita con una condizione rara.

I social media le hanno permesso di raggiungere un vasto pubblico e i suoi post affrontano le sfide quotidiane e la gioia di vivere una vita appagante. Autrice di libri, cerca di educare senza mai cadere nella retorica. La sua voce, unica nel panorama italiano, è un esempio di come si possa parlare di disabilità sfidando le narrative convenzionali e promuovendo una visione più realistica e accettante. Anche sui social.

  1. Keah Brown: creatrice del movimento #DisabledAndCute

Scrittrice e giornalista statunitense con paralisi cerebrale, nota per il suo libro “The Pretty One” e per aver lanciato il movimento #DisabledAndCute su Twitter. Questo hashtag, che ha avuto un successo virale, celebra le persone con disabilità, incoraggiandole a condividere i loro momenti di bellezza e autostima. Keah utilizza i social media per mostrare con onestà i suoi alti e bassi, dando una visione autentica della vita con una disabilità. Attraverso post che spaziano dal personale al politico, sfida il pietismo e invita il pubblico a vedere la bellezza nella diversità dei corpi. La sua iniziativa ha aiutato molte persone con disabilità a riscoprire il proprio valore e ad accettarsi per quello che sono, creando una comunità globale che celebra la disabilità in un’ottica positiva e inclusiva.

  1. Jillian Mercado: modella e ambasciatrice di diversità nella Moda

Modella statunitense con distrofia muscolare che ha conquistato il mondo della moda, tradizionalmente esclusivo, diventando una delle prime modelle disabili a firmare con una grande agenzia, IMG Models. Jillian è apparsa in campagne pubblicitarie per marchi come Diesel e Target, mostrando una bellezza che va oltre gli standard tradizionali. Attraverso Instagram e collaborazioni nel settore fashion, Jillian lotta per la visibilità e l’inclusione della disabilità nella moda. Con la sua forte presenza scenica e la sua determinazione, rappresenta una rivoluzione culturale, mostrando che la disabilità può essere anche glamour. La sua storia dimostra anche come i social media possano aprire opportunità e abbattere barriere, ispirando giovani donne con disabilità a perseguire i propri sogni.

  1. Lucy Dawson: blogger e attivista contro l’abilismo

Blogger e influencer britannica, utilizza il proprio profilo su Instagram per parlare apertamente di ableism (abilismo) e salute mentale. Con la sindrome di Ehlers-Danlos, una malattia genetica che colpisce il tessuto connettivo, condivide il suo quotidiano e racconta le difficoltà di convivere con una malattia invisibile. I suoi post, che spaziano da messaggi motivazionali a denunce sociali, mirano a sensibilizzare il pubblico sui pregiudizi e le difficoltà legate alla disabilità. è una figura potente nell’attivismo digitale, che con sincerità e vulnerabilità fa sì che il suo pubblico si senta coinvolto e solidale, contribuendo alla creazione di una comunità che supporta e comprende le difficoltà delle persone con disabilità invisibili.

  1. Rachelle Friedman Chapman: influencer e attivista per la vita post-infortunio

Rachelle Friedman Chapman è diventata famosa come “la sposa paralizzata”, dopo che un infortunio al collo la rese paraplegica durante la sua festa di addio al nubilato. Anche lei ha deciso di raccontare la sua esperienza su Instagram, dove parla apertamente della vita dopo l’infortunio, condividendo la sua quotidianità con il marito e la figlia. Ha scritto anche un libro in cui descrive il percorso di accettazione e rinascita personale (The Promise: A Tragic Accident, a Paralyzed Bride, and the Power of Love, Loyalty, and Friendship).

Usa i social media per sfidare le idee preconcette sulla paralisi, trattando argomenti come la genitorialità, il matrimonio e l’indipendenza. La sua storia è un esempio di resilienza e amore per la vita, e la sua presenza online è diventata una fonte di incoraggiamento per molte persone con disabilità e per le loro famiglie. Attraverso la sua testimonianza, Rachelle dimostra che la vita, anche dopo un trauma significativo, può essere piena e soddisfacente.

 

Queste 10 donne sono solo alcuni degli esempi di come i social media possano essere uno strumento potente per cambiare la percezione delle donne con disabilità nella società, sfidando gli stereotipi e costruendo una nuova narrazione inclusiva. Grazie a loro, e altre donne come loro, milioni di persone trovano una rappresentazione autentica della disabilità e vengono incoraggiate a lottare per una società più equa e inclusiva, riscrivendo un immaginario che finalmente include la forza di ogni corpo.

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