Il progetto FELIX studia la millenaria relazione tra gatti e umani, analizzando oltre 800 campioni archeologici per comprendere come l'addomesticamento abbia influenzato il genoma e le abitudini alimentari dei gatti.
Una storia d’amore lunghissima, quella tra umani e gatti, che ha avuto inizio nel Neolitico, nel IX millennio a.C.
I gatti si sono avvicinati agli umani, attratti dai rimasugli di cibo delle prime comunità sedentarie. Le iconografie e le prove archeologiche dell’Egitto, a partire dal 1700 a.C., sembrano indicare un secondo centro di addomesticamento, consolidando ulteriormente questa relazione.
Il rapporto tra uomini e gatti è stato molto intenso fin dall’antichità, ma anche enigmatico e affascinante, tanto che è diventato oggetto di studio per un gruppo di ricerca dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Si chiama FELIX – Genomes, food and microorganisms in the (pre) history of cat-human interactions, ed è il progetto di ricerca che ha ottenuto 2 milioni di euro dall’Unione Europea.
Il progetto FELIX si occupa dell’analisi di oltre 800 campioni archeologici di gatti (ossa, denti e anche campioni di mummie egiziane) che risalgono a 10.000 anni fa fino a periodi storici recenti (XVIII-XIX secolo). I campioni provengono da siti archeologici in Europa, Medio Oriente e Nord Africa
ha spiegato Claudio Ottoni, biologo molecolare, uno dei 17 ricercatori italiani che si sono aggiudicati questo tipo di borsa di studio presso università o centri di ricerca nazionali. Solo altri 30 italiani che lavorano in istituzioni straniere hanno ricevuto la stessa borsa di studio.
FELIX sta esplorando nel dettaglio il legame tra l’uomo e il gatto, analizzando come l’addomesticamento abbia influenzato il genoma del gatto e le sue abitudini alimentari. Il progetto punta a scoprire fino a che punto la convivenza con l’uomo abbia plasmato l’evoluzione del gatto e come si sia adattato agli ecosistemi popolati dagli esseri umani. Questo studio indaga anche il ruolo del gatto nelle dinamiche di trasmissione delle malattie zoonotiche, cioè infezioni che si trasmettono dagli animali all’uomo, offrendo una prospettiva inedita sulla storia condivisa tra gatti e umani, basata su tre fattori chiave: genoma, alimentazione e microrganismi presenti in varie parti dell’organismo dei gatti.
Un precedente studio, pubblicato nel 2017 dalla rivista scientifica *Nature Ecology and Evolution*, ha dimostrato che i gatti hanno seguito essenzialmente due rotte nella loro storia: una via terrestre, che li ha portati a popolare il Medio Oriente e l’Anatolia quando gli uomini iniziarono a coltivare la terra circa 10.000 anni fa, e una via marittima, che passa attraverso le rotte commerciali dall’antico Egitto a vari porti europei fino al Mare del Nord, tra l’VIII e l’XI secolo.
Secondo le ricerche condotte finora, il gatto di oggi è molto simile a quello di allora: pochi tratti sono cambiati, principalmente a causa della selezione operata dall’uomo per motivi puramente estetici.
Attendiamo il termine dei 5 anni di ricerca per scoprire, insieme ai ricercatori e alle ricercatrici, quali incredibili segreti si celano dietro questo lungo rapporto di convivenza tra umani e gatti.
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Fonte: ERCFelix
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