Han Kang vince il Nobel per la Letteratura 2024: una voce che illumina le zone d’ombra dell’animo umano e della storia

La scrittrice sudcoreana si aggiudica il Premio Nobel per la Letteratura 2024. "Nella sua opera, Han Kang affronta traumi storici e insiemi di regole invisibili e, in ciascuna delle sue opere, espone la fragilità della vita umana"

Han Kang, scrittrice sudcoreana, è stata insignita del Premio Nobel per la Letteratura 2024.

L’Accademia Svedese, motivando la scelta, ha sottolineato come “nella sua opera, Han Kang affronta traumi storici e insiemi di regole invisibili e, in ciascuna delle sue opere, espone la fragilità della vita umana. Ha una consapevolezza unica delle connessioni tra corpo e anima, i vivi e i morti, e nel suo stile poetico e sperimentale è diventata un’innovatrice nella prosa contemporanea”.

Un riconoscimento che celebra la sua capacità di dare voce, con una “intensa prosa poetica“, alle ferite della storia e alla fragilità dell’esistenza umana.

Nata a Gwangju nel 1970, Han Kang si trasferisce a Seul con la famiglia all’età di nove anni. Figlia di uno scrittore, cresce immersa nel mondo della letteratura, coltivando parallelamente la passione per l’arte e la musica, elementi che arricchiscono la sua produzione letteraria.

Il suo percorso inizia nel 1993 con la pubblicazione di poesie sulla rivista “Letteratura e società“. Nel 1995 esordisce nella prosa con la raccolta di racconti “Amore di Yeosu“, a cui seguono romanzi e racconti che la consacrano nel panorama letterario sudcoreano. Dal 1995 al 2021 pubblica 18 opere tra romanzi, racconti, novelle e saggi.

Il successo internazionale arriva nel 2007 con il romanzo “La Vegetariana” (pubblicato in inglese nel 2015), tradotto in numerose lingue. L’opera, divisa in tre parti, narra la storia di Yeong-hye, una donna che decide di diventare vegetariana, scatenando reazioni violente e imprevedibili. Un romanzo che esplora il rapporto tra corpo e società, tra individuo e norma, con uno stile metaforico e carico di empatia per le storie di vita estreme.

Nel 2011 pubblica “Lezioni di greco” (pubblicato in inglese nel 2023), un’opera che intreccia le storie di due individui vulnerabili: una giovane donna che ha perso la capacità di parlare a seguito di traumi e un insegnante di greco antico che sta perdendo la vista. Da queste fragilità nasce una relazione unica, in un racconto che medita sulla perdita, l’intimità e il potere del linguaggio. Un’opera che, come sottolineato dall’Accademia, evidenzia la profonda connessione tra corpo e anima presente in tutta la produzione letteraria di Han Kang.

L’opera di Han Kang è caratterizzata da una costante esplorazione del dolore, fisico e mentale, in stretta connessione con la filosofia orientale. In “Europa” (2012), un narratore mascherato da donna è attratto da una figura femminile enigmatica, in una storia che interroga il desiderio e la ricerca di sé.

Con “Human Acts” (2014), Han Kang affronta un evento storico traumatico: il massacro di Gwangju del 1980, in cui persero la vita centinaia di studenti e civili disarmati. L’autrice dà voce alle vittime, avvicinandosi al genere della letteratura di testimonianza ma con uno stile visionario e poetico, che trascende le convenzioni.

Han Kang, con la sua scrittura potente e delicata, ci ricorda la fragilità dell’esistenza e l’importanza di dare voce alle storie dimenticate. Un Nobel, il suo, che celebra il potere della letteratura di illuminare le zone d’ombra della storia e dell’animo umano.

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Fonte: Nobel Prize

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