L’aspettativa di vita umana ha raggiunto un limite massimo? Secondo gli scienziati sì

Non ha più senso cercare di evitare il progressivo deterioramento dei nostri corpi con l’avanzare dell’età: abbiamo raggiunto il limite massimo di longevità umana. Ora dobbiamo pensare ad aumentare la qualità di vita vissuta in salute

Per gran parte del XX secolo l’aspettativa di vita nei Paesi sviluppati ha registrato un aumento costante grazie ai progressi medici, con una crescita media di tre anni per decennio. Tuttavia studi recenti suggeriscono che abbiamo raggiunto un limite massimo di longevità umana, nonostante i continui miglioramenti nelle tecnologie che prolungano la vita.

Il motivo principale di questa stagnazione risiede nell’invecchiamento stesso. Secondo S. Jay Olshansky, professore dell’Università dell’Illinois a Chicago, anche se la medicina ha fatto passi da gigante nel combattere molte malattie, non può evitare il progressivo deterioramento dei nostri corpi con l’avanzare dell’età.

Olshansky e altri ricercatori hanno analizzato i dati di Paesi come Giappone, Svezia, Corea del Sud, Australia e Stati Uniti, rilevando che l’incremento dell’aspettativa di vita ha subìto un forte rallentamento dagli anni ‘90. In alcuni casi, come negli Stati Uniti, l’aspettativa di vita è addirittura diminuita.

È più importante aumentare gli anni vissuti in buona

Questo è particolarmente evidente nelle nazioni più ricche dove si è già raccolto “il frutto più a portata di mano” in termini di salute pubblica, come la vaccinazione e l’igiene migliorata. Ora, qualsiasi ulteriore aumento richiede interventi sempre più costosi e con rendimenti decrescenti.

Il concetto di un “periodo di garanzia” biologico è centrale in questa discussione. Superata una certa età, i nostri corpi semplicemente non riescono più a sostenersi a lungo, con un aumento esponenziale di malattie legate all’età, come la demenza e le malattie cardiache. Olshansky paragona questo processo a un gioco di “Whac-a-Mole”, dove risolvi una malattia, ma ne emergono altre.

Mentre alcuni studiosi, come Steven Austad, credono ancora che la prima persona a vivere fino a 150 anni sia già nata, molti ricercatori suggeriscono che l’obiettivo dovrebbe essere migliorare non tanto la durata della vita, ma la durata della vita in salute.

Aumentare gli anni vissuti in buona salute, piuttosto che allungare semplicemente l’aspettativa di vita complessiva, è la nuova sfida. L’aumento degli anni vissuti con malattie o limitazioni fisiche è infatti un problema crescente e per questo è più importante migliorare la qualità di vita negli ultimi anni piuttosto che inseguire l’immortalità a tutti i costi.

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Fonte: Nature

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