Nuova udienza nel processo penale a carico di un ex veterinario, già condannato in via definitiva per maltrattamenti di animali. Tra le sue vittime la cagnolina Cocò, deceduta dopo un'agonia durata mesi
Ci sono storie che suscitano forte rabbia al solo pensiero che un animale, passato nelle mani di chi dovrebbe curarlo indossando una volta un camice, possa morire lentamente, in agonia. Questo è quanto accaduto a una cagnolina di nome Cocò.
Correva l’anno 2021 quando Cocò è stata sottoposta a un intervento chirurgico “casalingo”. A eseguirlo un ex veterinario, radiato all’istante dall’Ordine nel 2015 con le accuse di maltrattamento e uccisione di animali nonché violenza sessuale.
Nel 2017 l’uomo è stato condannato in via definitiva per quei reati, ma ha continuato a “curare” animali sebbene fosse stato allontanato dall’albo. Cocò è stata una sua vittima e la sua famiglia ha testimoniato per prima.
La cagnolina venne sterilizzata sul tavolo della cucina in casa del vicino, i punti che l’animale si strappava furono ricuciti in strada senza anestesia. Sebbene le sue condizioni non accennassero a migliorare dopo l’operazione, il veterinario non raccomandò alcun farmaco.
Nessun antibiotico, nessun antidolorifico e Cocò è volata sul ponte, tra lunghe e atroci sofferenze. La terribile vicenda è stata seguita dalla LAV. A nulla è servito però l’intervento di una clinica di veri professionisti, convenzionata con l’associazione.
Le condizioni di Cocò erano spaventose. La cagnolina è deceduta 4 mesi dopo divorata da un’infezione interna. Nel tempo, la referente della sezione dell’Oltrepò Pavese ha raccolto prove dell’esercizio abusivo della professione di medico veterinario.
Il caso è stato segnalato all’attenzione delle forze dell’ordine ed è stato avviato il processo penale presso il Tribunale di Pavia. Alla luce della nuova udienza, la LAV continua a costituirsi parte civile e a chiedere una condanna esemplare denunciando l’agonia di Cocò.
Per l’associazione protezionistica, la condotta dell’ex veterinario è gravissima e doppiamente scandalosa. L’uomo si sarebbe approfittato della scarsa disponibilità economica di proprietari di animali, che disperati hanno affidato a lui i loro animali.
Ma invece che ricevere una cura, quegli animali sono stati sottoposti a torture inenarrabili, accertate dalle indagini. Le sevizie mettono in luce non solo la pericolosità del soggetto, ma l’urgenza di intervenire con controlli dei servizi veterinari e prestazioni più accessibili.
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Fonte: LAV
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