Precari nelle scuole: l’Italia deferita alla Corte di giustizia Ue sugli stipendi discriminatori e l’abuso di contratti a tempo determinato

La Commissione europea trascina l’Italia davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea, per l’uso inadeguato di contratti a tempo determinato e per le condizioni discriminatorie nei confronti degli insegnanti delle scuole pubbliche

Mancanza di progressione salariale in base all’anzianità di servizio per i docenti precari, penalizzati rispetto ai colleghi a tempo indeterminato che invece ricevono piccoli aumenti periodicamente, e ricorso ripetuto ai contratti a termine per il personale tecnico e amministrativo.

Dopo l’apertura della procedura di infrazione nel 2019, la Commissione decide così di deferire lo Stato italiano, proprio per la discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato. Inoltre, contrariamente al diritto dell’Ue, l’Italia non ha adottato misure efficaci per impedire l’uso abusivo di successivi contratti di lavoro a tempo determinato del personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole pubbliche, violando di fatto la normativa Ue sul lavoro a tempo determinato

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L’Italia non ha adottato le norme necessarie per vietare la discriminazione in merito alle condizioni di lavoro e l’uso abusivo di successivi contratti a tempo determinato. [lo stipendio degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche] non prevede una progressione salariale basata sui precedenti periodi di servizio.

Una discriminazione bella e buona, quindi, rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato.

Precari, cosa contesta la Commissione

Sono dunque due in particolare gli aspetti:

  • una sostanziale discriminazione retributiva per gli insegnanti precari vietata dal diritto comunitario, dal momento che non c’è nessuna norma in Italia che preveda una progressione retributiva per gli insegnanti assunti a tempo determinato basata sull’anzianità di servizio
  • abuso di contratti a termine per il personale ATA: l’Italia non ha attuato misure efficaci per prevenire il ricorso eccessivo ai contratti a tempo determinato per il personale ATA delle scuole statali

Quanti sono i precari nelle scuole italiane?

Secondo Orizzontescuola i precari in Italia sono tra 165mila (stando ai dati del Ministro dell’Istruzione e del Merito) e 250mila secondo i sindacati, su un totale di 943mila insegnanti. L’età media di ingresso nel ruolo è di 45 anni, tanto che gli insegnanti italiani sono tra i più anziani d’Europa, con oltre la metà del corpo docente sopra i 50 anni, contro una media OCSE del 37%.

Sempre secondo quanto spiega Orizzontescuola, anche se i precari sono davvero tanti, nelle scuole italiane non ci sono insegnanti e l’esaurimento delle graduatorie, anche di istituto, le ha costretto ad avviare la ricerca di supplenti attraverso il cosiddetto interpello, con cui le scuole stesse pubblicano online gli annunci per le supplenze, raccogliendo le candidature degli aspiranti supplenti. Possono rispondere all’appello sia insegnanti abilitati, sia neo-laureati o studenti.

Qualcosa non va, insomma, e un amaro in bocca rimane: la scuola italiana ha bisogno di un profondo cambiamento.

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