Le foreste non sono più in grado di assorbire le nostre emissioni di carbonio

Le foreste sono uno dei più grandi serbatoi di carbonio, producono ossigeno e regolano anche il regime delle piogge. Ma si sta verificando un paradosso: da pozzi, si stanno trasformando in fonti di carbonio, rendendo più difficile rallentare il riscaldamento globale

I dati su deforestazione e cambiamento climatico parlano chiaro: le foreste sono a livello globale il secondo maggior serbatoio di carbonio dopo gli oceani. Sono infatti capaci di trattenere più 860miliardi di tonnellate di carbonio e ogni anno assorbono circa un terzo delle emissioni antropiche di CO2, evitandone l’accumulo in atmosfera.

Ma ora, secondo una nuova ricerca condotta dal Met Office del Regno Unito, gli incendi boschivi stanno accelerando una perdita di carbonio dagli ecosistemi, riducendo la capacità delle foreste e del Pianeta di sequestrare carbonio e complicando gli sforzi per raggiungere gli obiettivi climatici globali.

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Ciò significa che le foreste di tutto il mondo si stanno trasformando da pozzi di carbonio a fonti di carbonio, rendendo più difficile rallentare il riscaldamento globale

Con un riscaldamento di 1,3 ° C, stiamo già assistendo a impatti legati agli incendi sullo stoccaggio del carbonio negli ecosistemi – spiega l’autrice principale, Chantelle Burton. Questo rende l’obiettivo di 1,5°C dell’Accordo di Parigi ancora più critico per prevenire l’escalation degli impatti.

Inoltre, secondo lo studio, questa tendenza in accelerazione potrebbe aver già superato, una “soglia di temperatura critica” oltre la quale gli incendi causano cambiamenti significativi nella copertura arborea e nello stoccaggio del carbonio.

In modo allarmante, l’ultima temperatura a cui, a livello globale, questi impatti diventano pronunciati è di 1,34 °C, vicina agli attuali livelli di riscaldamento [sopra i livelli preindustriali].

Lo studio

La ricerca ha utilizzato modelli climatici e terrestri globali avanzati per capire come gli incendi siano in grado di influenzare la capacità degli ecosistemi di immagazzinare carbonio. Questi modelli simulano il modo in cui le piante crescono, competono per le risorse e rispondono ai cambiamenti ambientali, tenendo conto dei nutrienti di cui hanno bisogno e del modo in cui il cambiamento climatico guida il comportamento degli incendi. Esaminando sia i dati storici che gli scenari futuri, il team ha identificato le soglie di temperatura critiche in cui gli incendi causano cambiamenti significativi nella copertura arborea e nello stoccaggio del carbonio. In modo allarmante, l’ultima temperatura alla quale, a livello globale, questi impatti diventano pronunciati è di 1,34°C, vicino agli attuali livelli di riscaldamento.

I nostri risultati sottolineano una dura realtà: gli incendi non sono solo un problema per il futuro – dice il co-autore della ricerca, Douglas Kelley. Stanno colpendo il nostro pianeta ora. Con l’aumento delle temperature, gli incendi stanno spingendo sempre più i pozzi naturali di assorbimento del carbonio verso le fonti di emissioni di carbonio.

In più, mentre alcune regioni potrebbero essere più vicine alla soglia limite, i risultati dello studio suggeriscono che alcune parti del mondo non vedranno perdite su larga scala a causa degli incendi fino a 2,0°C di riscaldamento.

Cambiamento nella copertura arborea a 1,5 °C sopra i livelli preindustriali e temperatura di impatto equivalente con incendio

@Nature

Quel che serve intanto? Sicuramente c’è la necessità di incorporare gli impatti degli incendi nella pianificazione del clima e considerare il loro ruolo per aggiornare le strategie. Sono ancora una volta i leader globali, dunque, a dover intraprendere un’azione decisiva.

E perché no, in vista dei prossimi negoziati COP sui cambiamenti climatici, questi importanti risultati potrebbero offrire altre prove convincenti per i nostri leader affinché intraprendano azioni decisive per affrontare la crisi climatica.

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