Si celebra oggi San Francesco d'Assisi, santo patrono d'Italia e fratello di tutte le creature, i cui insegnamenti non hanno tempo. Dalle parabole sugli animali all'invito a condurre una vita semplice, assaporando le vere gioie
Laudato si’, mi’ Signore, cum tutte le Tue creature. Inizia così il componimento del Cantico delle creature di San Francesco d’Assisi, opera che inneggia alla maestosità del mondo e tutte le sue manifestazioni.
Ne fanno parte il fratello Sole, il fratello vento e fuoco, la sorella Luna e la sorella acqua, come gli animali, con cui il santo era in grado di instaurare una connessione profonda e pura. Anche gli animali erano suoi fratelli e sorelle perché parte della bellezza del creato.
Ce lo ha insegnato San Francesco d’Assisi predicando amore e compassione in ogni sua espressione, sentimenti che dovrebbero sempre connettere tutti gli esseri senzienti.
Non esistono conflitti, non esistono distinzioni nella sua visione. Neanche verso gli animali più temuti e feroci, come il lupo che terrorizzava Gubbio. La parabola del lupo di Gubbio è forse una delle più conosciute nonché esempio calzante dello spirito di San Francesco d’Assisi.
Un lupo ha portato morte nell’antica Gubbio, divorando il bestiame e uccidendo gli uomini. Non vi era modo di difendersi dal predatore sebbene gli abitanti affidassero le speranze alle armi.
Fu San Francesco d’Assisi a chiamare a sé il lupo e a portare pace tra il selvatico e la popolazione. Il loro incontro, descritto nelle parabola, offre un’altra interpretazione dei fatti. Per le persone del posto, il lupo era una bestia.
San Francesco, invece, comprende i bisogni dell’animale e la sua selvaticità. È nella sua natura da predatore soddisfare la fame, questo è il motivo per cui il lupo ha attaccato. Lo dice chiaramente:
imperciocchè io so bene che per la fame tu hai fatto ogni male” inviando alla riflessione.
Ma quel lupo, grazie a una promessa di reciproco rispetto e pacifica coesistenza, divenne mansueto. Morì di vecchiaia, mai più perseguitato dagli abitanti di Gubbio. Il discorso è senza tempo, mai così attuale oggigiorno.
Sono tante le lezioni che possiamo apprendere dalle parole dell’uomo che ha rinunciato all’agio preferendo la semplicità e l’umiltà. Dall’appello a condurre uno stile di vita sobrio, senza eccessi sregolati, gioendo di ciò che si ha, a vivere in armonia con il prossimo.
L’armonia deve essere condivisa con ciò che ci circonda. Il suo messaggio non è rivolto unicamente agli esseri umani, ma alle meraviglie dell’ambiente e agli animali. Sono doni di Dio, di cui prendersi cura con gentilezza e attenzione. Vanno salvaguardati, compresi, difesi.
Ricordiamo la parabola degli agnelli quando San Francesco, colpito da due agnellini da vendere e macellare, li salvò barattando il suo mantello. Le virtù di San Francesco d’Assisi, narrate in tutte le terre, hanno fatto sì che il santo umbro venisse glorificato come il protettore degli animali, il primo a mostrargli pietà e dare loro dignità.
Oggi, 4 ottobre, si festeggia San Francesco, il patrono d’Italia e fratello di tutte e tutti.
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