C’è un pianeta attorno alla stella più vicina al Sole, distante circa 6 anni luce da noi

Grazie alle osservazioni del Very Large Telescope dell'ESO, un esopianeta è stato confermato attorno alla stella di Barnard, il sistema stellare singolo più vicino al Sole

Gli astronomi dell’ESO, utilizzando il Very Large Telescope (VLT), hanno scoperto un nuovo esopianeta in orbita attorno alla stella di Barnard, la stella singola più vicina al nostro Sole. Questa scoperta, frutto di cinque anni di osservazioni meticolose, ci svela un mondo molto particolare: Barnard b, un pianeta che ha almeno la metà della massa di Venere e completa un’orbita attorno alla sua stella in soli 3,15 giorni terrestri. Ma c’è un dettaglio che ci lascia a bocca aperta: la sua superficie raggiunge temperature di circa 125 °C, rendendolo un pianeta decisamente inospitale per la vita come la conosciamo.

Non è solo l’esistenza di Barnard b a entusiasmare gli scienziati. I dati raccolti mostrano segnali di altri tre possibili esopianeti che orbitano attorno alla stella, anche se per il momento sono solo candidati in attesa di conferma. Questa ricerca ha il sapore di una grande sfida scientifica, poiché gli esopianeti intorno a stelle nane rosse, come Barnard, offrono opportunità uniche per lo studio di mondi rocciosi.

Le loro zone abitabili, infatti, si trovano molto più vicine alla stella rispetto a quelle attorno a stelle come il nostro Sole, consentendo osservazioni più frequenti e dettagliate. Tuttavia, anche se Barnard b si trova fuori dalla zona abitabile, la sua scoperta rappresenta un passo importante nella ricerca di mondi alieni.

Una lunga attesa

La storia di Barnard b è un esempio perfetto di quanto la scienza possa essere paziente. Come ha raccontato Jonay González Hernández, ricercatore presso l’Istituto di Astrofisica delle Canarie e autore principale dello studio, il team sapeva che prima o poi qualcosa sarebbe saltato fuori. E così è stato.

Questo risultato è stato possibile grazie all’uso di ESPRESSO, uno strumento estremamente preciso che misura l’oscillazione delle stelle dovuta alla presenza di pianeti. I dati sono stati poi confermati da altri strumenti specializzati nella caccia agli esopianeti, come HARPS, che opera presso l’Osservatorio di La Silla dell’ESO. Ma attenzione, i nuovi dati smentiscono un precedente annuncio del 2018 che indicava l’esistenza di un altro pianeta attorno a Barnard. Nulla di confermato, per ora.

Nonostante il caldo infernale di Barnard b e la sua orbita così stretta, ciò che ci affascina è proprio questa diversità: ci ricorda quanto l’universo sia pieno di mondi che sfidano la nostra immaginazione. Il futuro della ricerca sugli esopianeti si prospetta ancora più entusiasmante, grazie al nuovo telescopio ELT in costruzione, che potrebbe permetterci di studiare anche l’atmosfera di questi piccoli mondi rocciosi, ampliando così la nostra comprensione dei pianeti extrasolari.

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Fonte: ESO

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