“Tourists go home”, sulle Tre Cime di Lavaredo sfregiato un masso con impronta di dinosauro

Le Dolomiti invase dai turisti e i locali sempre più allo stremo, ma questa volta una scritta di denuncia si trasforma in una deturpazione di un patrimonio di grande importanza storica e culturale

Sulle Tre Cime di Lavaredo, simbolo delle Dolomiti, è apparsa una scritta realizzata con un pennarello indelebile nero su una pietra. Il messaggio recita “Tourists go home” (turisti tornatevene a casa) ed è chiaramente una protesta contro il turismo di massa che invade questo luogo iconico.

Tuttavia, nonostante l’intento di denuncia, si è trasformata in un vero e proprio atto di vandalismo che ha deturpato un patrimonio naturale di grande importanza storica e culturale. Quella pietra non era infatti una pietra qualunque: ad essere sfregiato è stato un masso di dolomia con impresse le tracce di un dinosauro del Triassico.

A scoprire la scritta è stato Moreno Pesce, atleta paralimpico veneziano, durante una sua escursione di allenamento. Pesce, noto per il suo impegno nella sensibilizzazione ambientale e per la passione per la montagna, ha pubblicato un video sul suo profilo social, esprimendo la sua amarezza.

La vicenda ha subito suscitato indignazione. Luca Zaia, presidente del Veneto, ha condannato il gesto come inaccettabile sottolineando come l’autore della scritta abbia confuso la libertà di espressione con l’abuso del patrimonio naturale. Questo atto vandalico è solo l’ultimo segnale di malcontento riguardo all’overtourism nelle Dolomiti, fenomeno che da anni preoccupa gli ambientalisti.

La zona si sta deteriorando per i troppi turisti

La massiccia presenza di turisti, soprattutto durante l’alta stagione, ha portato a un crescente deterioramento della zona. Alcuni lamentano che le Dolomiti, patrimonio mondiale dell’UNESCO, soffrono di eccessiva antropizzazione, con fiumi di visitatori che raggiungono comodamente i rifugi in auto o seggiovia, minacciando la fauna locale, l’ambiente e la serenità del paesaggio.

A conferma di questo, una petizione è stata recentemente lanciata per chiedere la chiusura del traffico automobilistico al rifugio Auronzo, denunciando l’inquinamento e l’erosione del suolo provocati dal traffico veicolare. Mountain Wilderness, un’organizzazione ambientalista, si è espressa da tempo contro l’antropizzazione delle Dolomiti, criticando la mancata regolamentazione del traffico sui passi e l’assenza di politiche di gestione sostenibile del turismo.

Gli atti di protesta, come la scritta sulle Tre Cime, tuttavia, non aiutano a risolvere il problema, ma anzi contribuiscono a danneggiare ulteriormente un ambiente già fragile. Non si tratta nemmeno di un gesto isolato, dato che già vi avevamo riportato quanto accaduto in Val Badia, un’altra delle perle delle Dolomiti, dove era apparsa una scritta con la frase “Stop. No more tourists.

Entrambe le azioni sono dunque condannabili, ma hanno avuto il merito di riportare all’attenzione pubblica l’importanza di trovare un equilibrio tra la promozione del turismo e la protezione del territorio, per preservare la bellezza e la biodiversità di luoghi unici come le Dolomiti per le generazioni future.

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