Boom di abbandoni di cani di razza pastori belga malinois a conclusione dei Giochi olimpici di Parigi 2024, ma come mai? I rifugi francesi, già stracolmi, pullulano di malinois, vittime oltretutto di maltrattamenti o detenzioni incompatibili
C’è chi affida ai cani di razza pastori belga il compito di difendere averi preziosi, come il portiere Martinez con la medaglia dei mondiali, e chi se ne disfa senza pensarci due volte. Le cessioni di pastori belga, malinois nello specifico, hanno fatto registrare numeri impressionanti in Francia.
La razza, che vanta già il triste primato di essere tra le 5 più abbandonate nel Paese, è stata ulteriormente vittima del fenomeno a conclusione dei Giochi olimpici estivi. Ma come mai?
Non è difficile comprendere le dinamiche relative all’impennata di abbandoni di malinois in questi ultimi mesi. Basta sapere, infatti, che questi cani vengono adoperati nei nuclei cinofili per la sorveglianza, che sia per operazioni di pattugliamento, difesa o protezione.
Le Olimpiadi estive di Parigi 2024 hanno richiesto un massiccio controllo della capitale e delle località che hanno ospitato le gare. Posti di blocco, stazioni metropolitane chiuse e città blindata per garantire l’incolumità di atleti e pubblico.
Migliaia di agenti sono stati reclutati e formati dalle ditte private del settore della sicurezza per prestare servizio all’alba e durante lo svolgimento del grande evento sportivo. Di questi, in tantissimi sono diventati conduttori di cani.
La scelta è ricaduta in gran parte sui malinois per le loro capacità, ma anche perché animali di tendenza. A conclusione delle Olimpiadi, moltissimi di quei cani sono stati portati in canile e nei rifugi.
La Fondazione Brigitte Bardot aveva fiutato il pericolo ed esortato le autorità francesi, a novembre 2023, a emanare provvedimenti per la detenzione dei malinois, denunciandone già da prima l’uso per attività illegali e maltrattamenti.
Con l’avvicinarsi delle Olimpiadi del 2024, è urgente che Gérald Darmanin, ministro sensibile alla condizione degli animali, metta in atto salvaguardie efficaci per evitare che questi cani siano strumenti e vittime di un’attività lucrativa, legale o clandestina, sviluppatasi per opportunità attorno a questo evento sportivo” aveva dichiarato Christophe Marie, vicedirettore e portavoce della Fondazione Brigitte Bardot.
A nulla sono serviti gli appelli lanciati dall’associazione dell’attrice e attivista per i diritti degli animali. Come un qualunque strumento da lavoro, malinois e altri cani sono stati utilizzati per temporanee esigenze e “riposti” nei box dei rifugi, già in difficoltà per carenza di spazio e risorse.
Molte rinunce sono dovute poi all’incapacità di gestire la razza e le sue esigenze, rendendo la impossibile. Volontari e associazioni invitano ad adottare con consapevolezza, tenendo bene a mente che i cani non sono oggetti né allarmi.
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Fonte: Fondation Brigitte Bardot
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