Treccani inserisce la parola “pezzotto” nel vocabolario. Sai cos’e? Ecco cosa rischia chi lo usa

Contraffatto, falso, farlocco, tarocco? Nulla di tutto ciò: ad esprimere bene il senso di falsità assoluta intrisa anche e soprattutto di illegalità è la parola "pezzotto" (e i suoi derivati), entrata a pieno titolo tra i neologismi italiani

È un pezzotto”, “fatti il pezzotto” e, finanche, “sei un pezzotto” e poi, ancora: (ap)pezzottare, (ap)pezzottato, pezzottaro: chiunque ricorre a questa terminologia squisitamente napoletana, ma ormai da anni riprodotta facilmente anche in altri dialetti italiani, per indicare ciò che è falso, contraffatto, imitato, soprattutto riguardo alle piattaforme streaming.

Un uso talmente comune e così esplicativo delle cose fasulle che anche molte testate giornalistiche hanno usato la parola “pezzotto” nei titoli: La retata della pay-tv “pezzotta”. Multe per i 700 mila abbonati (il Fatto Quotidiano del 19 settembre 2019) – Abbonamenti pirata pay tv, denunciati 223 utenti del «pezzotto» Sky: rischiano otto anni di carcere (Corriere della sera del 19 febbraio 2020).

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Nulla di più naturale, quindi, per Treccani di inserire la parola “pezzotto” nella sezione neologismi.

Il “pezzotto” è un particolare decoder utilizzato per accedere illegalmente ai contenuti dei canali televisivi italiani ed esteri a pagamento, per contrastare il quale stanno per essere introdotte nuove importanti sanzioni, scrive Treccani.
Il neologismo, che è un diminutivo di “pezzo”, è nato nel dialetto napoletano e nell’italiano locale. In tempi recenti è passato a indicare la zeppa usata in falegnameria e la toppa in sartoria, per poi diventare un sinonimo di oggetto contraffatto attraverso il gergo della malavita e il lessico giovanile.

A cosa si riferisce da sempre la parola “pezzotto”

Ce lo spiega l’Accademia della Crusca, che sottolinea come Nicola De Blasi in “Nuove parole in città” ricordi che l’uso della parola, che risale a più di un trentennio fa, era inizialmente in riferimento “alle auto rubate e al numero di telaio ‘riciclato’”, In seguito, il suo significato è stato esteso a quanto può essere falsificato e imitato, dalle musicassette ai videocassette, dai CD ai DVD, dalle borse agli occhiali da sole, fino appunto ai prodotti tecnologici più avanzati come il decoder. Inoltre, come spiega ancora De Blasi: “La diffusione attuale della parola deve la sua fortuna nel lessico giovanile, dove ormai circola nel senso più generale di prodotto adulterato o perfino di ‘cosa di dubbio gusto’, ‘oggetto kitsch’”.

Quanto all’origine dell’uso napoletano della parola pezzotto nel senso di “fasullo”, De Blasi ricorda come per i falegnami napoletani il pezzotto sia una specie dei morsetto e un pezzo di legno utilizzato come zeppa e che i sarti nel senso di ‘toppa’ (nel dialetto siciliano pizzottu può indicare, tra l’altro, “un rinforzo di cuoio della scarpa”, “una toppa di cuoio usata per riparare le scarpe rotte” o anche “la parte superiore di un vestito o di una camicia”).

La nuova stretta del Governo contro il pezzotto

Intanto, dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato arriva il via libera a due emendamenti riformulati al DL omnibus contro la pirateria tv anche per gli eventi sportivi.

Il primo emendamento estende anche ai “fornitori di servizi Vpn e quelli di Dns pubblicamente disponibili” l’obbligo di bloccare l’accesso ai contenuti diffusi abusivamente. In base all’altro, invece, i prestatori di servizi di accesso alla rete che vengano “a conoscenza” di condotte penalmente rilevanti sono obbligati a segnalarlo immediatamente all’autorità giudiziaria o alla polizia giudiziaria. L’omissione della segnalazione e della comunicazione sono puniti “con la reclusione fino ad un anno“.

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