“Basta minimizzare e procrastinare: il cambiamento climatico c’è e negarlo è da citrulli”: intervista a Cristiano Godano dei Marlene Kuntz

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Cristiano Godano, da sempre molto sensibile alle tematiche del cambiamento climatico. Il leader dei Marlene Kuntz non fa sconti a nessuno ed esprime senza peli sulla lingua tutta la sua preoccupazione , soprattutto verso chi ancora si ostina a negarli

Cristiano Godano, frontman dei Marlene Kuntz, non è solo una delle figure più iconiche della musica rock italiana, ma anche una voce sempre più impegnata nel sensibilizzare il pubblico su temi cruciali come il cambiamento climatico e l’ambiente. Reduce da una lunga tourné che lo ha visto impegnato insieme a Telmo Pievani in uno spettacolo divulgativo sul tema della crisi dell’acqua e dopo aver incentrato un intero disco su questi temi, Godano si conferma una delle voci più grintose e ficcanti su questi temi . Abbiamo avuto il piacere e l’onore di scambiarci alcune chiacchiere durante il suo recente intervento al Poetry Village di Roma, il Festival di poesia ambientale organizzato da Saperenetwork in collaborazione con l’associazione Humus e il Comitato Parco della Caffarella

Dal Palco situato in uno dei polmoni verdi della Capitale, oltre a deliziare il pubblico riproducendo in acustico successi iconici della band e canzoni più intime e recenti da solista, Godano ha toccato argomenti spinosi come il negazionismo climatico e l’urgenza di agire in modo consapevole.

Cristiano Godano Marlene Kuntz

@GreenMe.it

Con la franchezza che lo contraddistingue, ha espresso il suo disappunto verso chi ancora oggi nega l’esistenza di una crisi climatica, nonostante l’evidenza scientifica sia ormai schiacciante:

Sono un semplice cittadino che però non riesce veramente a considerare intelligente, proprio dal punto di vista del raziocinio, dar credito a un 2-3% di scienziati della comunità scientifica nel mondo che negano la crisi climatica. La faccenda del riscaldamento climatico non ha più, nell’ambito della comunità scientifica, un contraddittorio.

Secondo Godano, il consenso scientifico sul cambiamento climatico è paragonabile a quello raggiunto decenni fa sulla pericolosità del fumo:

Cè stato un momento ben preciso nella storia dell’umanità recente, dove la comunità scientifica ha chiuso il discorso sulla tossicità del fumo: fumare fa male e non c’è più uno scienziato che salta fuori, a meno che non abbia qualcosa da dimostrare, che si permetta di dire che il fumo non faccia così male. Ecco, questa è l’assenza di contraddittorio. Nella comunità scientifica, anche nei confronti del riscaldamento climatico non c’è più contraddittorio […]  Considero molto poco intelligente negare l’evidenza, credendo al 2-3% degli scienziati che è al soldo delle grandi compagnie estrattive, o cani sciolti un po’ bizzarri.”

Non mancano riferimenti storici e riflessioni sull’origine del negazionismo climatico sapientemente raccontata anche nel libro “Bugiardi del clima”

I negazionismi nascono a metà del secolo scorso, nel 1950 circa, all’interno della Exxon, una delle più grandi industrie estrattive. I signori della Exxon, a un certo punto, si chiedono: ma quello che stiamo facendo sta facendo un danno in prospettiva futura? Incaricano il proprio comitato scientifico interno di fare uno studio apposito e la risposta è sì. In quel momento nasce il negazionismo che si evolve e si aggiorna alle nuove esigenze

Questa evoluzione, secondo Godano, ha portato alla situazione attuale, dove il negazionismo si è spostato dai comportamenti individuali verso una strategia di minimizzazione del problema:

Il negazionismo non può più far più leva sul senso di colpa di noi che non abbiamo atteggiamenti virtuosi, perché tanto questo ormai è un problema superato. Purtroppo attualmente si è evoluto e sta assoldando, secondo me, ancora troppi “Citrulli” che negano l’evidenza dicendo che questi fenomeni sono sempre esistiti. Falso! Non sono mai esistiti in un lasso di tempo così ristretto come da quando è iniziata la Rivoluzione industriale

Abbiamo avuto il piacere di approfondire queste tematiche in un’intervista esclusiva per GreenMe, durante la quale Cristiano Godano ha ulteriormente specificato il suo pensiero su queste tematiche, senza nessuna paura di esporsi o dire le cose come stanno

Secondo te è possibile comunicare con chi nega i cambiamenti climatici o, addirittura, la siccità che è ormai sotto gli occhi di tutti?

Cristiano Godano: Eh, mi verrebbe da dire più no che sì, perché di questi tempi tutto ciò che apparentemente ci è sempre sembrato razionale, condivisibile o  dato per scontato viene messo in discussione. Viviamo in un’epoca di post verità e chi vuole vedere nero, vede nero. È molto difficile, secondo me, . Forse faccia a faccia si può provare a discuterne, di sicuro non tramite i social o le chat.

Ritieni che l’arte e la musica possano contribuire a sensibilizzare su questi temi?

Cristiano Godano: In questo preciso momento storico, temo che l’arte possa fare poco. Certo, può sollevare questioni, offrire riflessioni, ma non credo che stia avendo l’impatto che dovrebbe. Penso a Don’t Look Up, un film magnifico uscito 3 anni fa che, se guardato con un minimo di intelligenza, è un’opera capace di aprire gli occhi su ciò che sta accadendo. Ma invece di cogliere il messaggio, molti hanno criticato il film, come se non avessero compreso l’importanza della sua denuncia. È un segnale del fatto che stiamo continuando a guardare il dito, invece di osservare la luna.

Se dovessi scegliere una colonna sonora per il cambiamento, quale canzone proporresti?

Cristiano Godano: Qui mi “Ego-riferisco”: noi abbiamo fatto un disco che si chiama Karma Clima, che è un concept interamente dedicato al cambiamento climatico. In particolare, c’è una canzone, L’aria era l’anima, che chiude l’album con una visione distopica. È una sorta di previsione di ciò che potrebbe accadere, se non prendiamo sul serio la questione climatica. Non è una colonna sonora ottimista, ma riflette la cruda realtà in cui ci troviamo. È un pezzo che ci mette di fronte a ciò che potrebbe essere, se continuiamo a rimandare.

Qual è la cosa più semplice ed efficace che ciascuno di noi dovrebbe iniziare a fare per contribuire, anche nel nostro piccolo, al cambiamento?

Cristiano Godano: Prima di tutto, smettere di procrastinare o minimizzare. Quando una persona scopre di avere una malattia grave, non aspetta che la scienza la curi in astratto: si attiva, cerca una soluzione, si salva. L’umanità dovrebbe fare lo stesso, riconoscendo che il cambiamento climatico non è un problema del futuro, ma del presente. Le estati sempre più calde e catastrofiche sono solo l’inizio di ciò che ci attende. Non possiamo più permetterci di ignorarlo.

Cosa possiamo fare nel nostro piccolo?

Cristiano Godano: Sono cose importanti, ma siamo ben oltre. Non è più una questione di virtuosità del singolo. Il problema è molto più complesso e va affrontato su scala globale. La raccolta differenziata o l’acquisto di una macchina elettrica possono contribuire, ma non sono la soluzione. La vera chiave è la consapevolezza. Solo quando tutti noi ci renderemo conto della gravità della situazione, ci sarà un cambiamento reale. Altrimenti, non resterà altro che affidarsi all’inventiva umana, alla scienza, la stessa scienza tanto demonizzata da alcuni.

Se potessi scegliere un superpotere per salvare il Pianeta, quale sceglieresti e come lo useresti?

Cristiano Godano: credo che il superpotere più utile sarebbe quello di rendere tutti consapevoli. Se potessi, sussurrerei nell’orecchio di ognuno degli 8 miliardi di abitanti del pianeta, convincendoli che il cambiamento climatico è un problema reale e imminente. Penso che se ogni cittadino del mondo fosse consapevole, si invocerebbe a gran voce il cambiamento, e anche i centri di potere non potrebbero ignorare una richiesta così forte e univoca. La consapevolezza universale potrebbe davvero fare la differenza.

In attesa dei superpoteri e di raggiungere la consapevolezza universale, speriamo che sempre più persone decidano di dar retta alla scienza e a quel 98% degli studiosi di clima che stanno mettendo in guardia sul riscaldamento globale i cui effetti stanno ormai manifestandosi sotto gli occhi di tutti.

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