Bonus Natale: è in arrivo un dono apprezzato o un finto regalo?

L'indennità di 100 euro, destinata ai lavoratori dipendenti con figli a carico e un reddito non superiore a 28.000 euro, ha ricevuto l'ok dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, in attesa dell'approvazione definitiva da parte della Camera. Ma c'è chi non la condivide

Aiuto o misura controversa che sia, il Bonus Natale è stato ufficialmente approvato dalle Commissioni Bilancio e Finanza del Senato, e si prepara ora a ricevere l’ok definitivo della Camera.

Questo emendamento, voluto dal Governo e inserito nel decreto omnibus, prevede un’indennità una tantum (cioè una volta sola) di 100 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico e un reddito non superiore ai 28.000 euro. Il Governo lo presenta come un gesto concreto di supporto alle famiglie in difficoltà, ma la misura ha già sollevato diverse polemiche, politiche e non solo.

Cosa prevede il Bonus Natale?

L’idea alla base del Bonus Natale è semplice: offrire un po’ di respiro alle famiglie italiane in un momento storico in cui costi della vita aumentano, e per molte famiglie anche le festività natalizie rischiano di diventare una preoccupazione . Il contributo di 100 euro, destinato ai lavoratori con figli e che presentano un reddito inferiore ai 28.000 euro, però vincolato a condizioni specifiche, che hanno fatto insorgere non pochi malumori.

Le critiche: un bonus che discrimina?

Uno dei aspetti più controversi della misura proposta dal Governo riguarda proprio i criteri di accesso. Il Bonus Natale, infatti, è riservato alle coppie sposate o ai nuclei familiari monogenitoriali in particolari situazioni (vedovanza, affidamento o mancato riconoscimento del figlio). E cosa succede, poi, alle coppie di fatto? Semplicemente, ne sono escluse.

“La famiglia, oggi, assume forme molto diverse rispetto al passato”, ha dichiarato Elly Schlein, leader del PD, criticando l’esclusione delle coppie di fatto. “Escludere queste famiglie significa negare una realtà che è ormai parte della nostra società”. Anche associazioni come l’Arcigay hanno espresso la loro contrarietà, definendo la misura “un passo indietro rispetto ai diritti civili”.

Un aiuto insufficiente?

Al di là delle questioni di accesso, c’è anche chi si domanda se 100 euro siano davvero un aiuto sufficiente. In un contesto in cui i prezzi salgono e il potere d’acquisto delle famiglie diminuisce, molti ritengono che la cifra sia troppo bassa per fare la differenza. “Si tratta di una misura simbolica, ma purtroppo lontana dalle vere necessità delle famiglie italiane”, ha commentato Giuseppe Conte, ex premier e leader del Movimento 5 Stelle.

Le opposizioni hanno fatto capire che sarebbe stato più utile guardare a misure strutturali, come un aumento degli assegni familiari o una riduzione delle tasse per i redditi medio-bassi. Insomma, un bonus temporaneo può fare piacere, ma non risolve i problemi di fondo.

Anche il mondo delle associazioni è insorto: “L’impianto del cosiddetto Bonus Natale è discriminatorio“, ha sostenuto la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi. “Ribadiamo in primis la netta contrarietà alla politica dei bonus, mance distribuite qua e là a meri fini clientelari ed elettoralistici che non consentono in alcun modo alle lavoratrici e ai lavoratori di programmare il proprio futuro. La modalità di erogazione esclude ancora una volta il lavoro non dipendente e soprattutto le persone incapienti. Inoltre arriva la conferma dell’esclusione delle famiglie di fatto e/o senza figli”. Per questi motivi, Barbaresi ha chiesto che la misura “venga totalmente ripensata e vengano meno le discriminazioni segnalate”.

Quello che è certo è che le famiglie italiane meritano soluzioni strutturali e durature, capaci di fare la differenza anche oltre il periodo delle festività.

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