Perché le agenzie pubblicitarie europee collaborano con le aziende fossili?

L'Europa si posiziona al secondo posto per numero di contratti pubblicitari con le aziende di combustibili fossili. Lo racconta il rapporto F-List di Clean Creatives

Le agenzie pubblicitarie europee sono in prima linea nella collaborazione con le aziende di combustibili fossili. Di più: nonostante gli appelli globali per un cambiamento radicale nel settore energetico, l’Europa si posiziona al secondo posto per numero di contratti pubblicitari con queste aziende, subito dopo il Nord America.

Lo racconta il rapporto F-List di Clean Creatives, che ha identificato 1.010 contratti tra 590 agenzie e 332 clienti del settore dei combustibili fossili in 70 Paesi tra il 2023 e il 2024. Di questi, 241 sono stati stipulati in Europa, evidenziando un legame solido tra il settore pubblicitario e l’industria responsabile della crisi climatica.

All’interno dell’Europa, il Regno Unito detiene il primato con il maggior numero di contratti (96), seguito da Francia (23), Spagna (16) e Italia (9). Le principali holding pubblicitarie, come Dentsu, Edelman, Omnicom e Publicis, sono coinvolte in questi contratti

Questi risultati arrivano dopo che il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha descritto i settori della pubblicità e delle pubbliche relazioni come “facilitatori chiave” per l’industria dei combustibili fossili. Guterres ha invitato le agenzie a eliminare questi clienti e ha esortato i governi a vietare la pubblicità alle aziende di combustibili fossili.

Un appello al cambiamento

Clean Creatives sottolinea che un numero maggiore di agenzie nella F-List del 2024 non indica necessariamente una tendenza verso un maggiore coinvolgimento con i combustibili fossili. Tuttavia, i risultati dimostrano come l’industria dei combustibili fossili faccia ancora affidamento su un mix di agenzie indipendenti e importanti società di pubblicità e pubbliche relazioni per promuovere la propria immagine e i propri prodotti.

Il gruppo di attivisti sta ora esortando le agenzie a seguire l’esempio di quelle che hanno già abbandonato i lavori che prevedono l’uso dei combustibili fossili. “Molte cose nel settore pubblicitario sono cambiate dagli anni ’60, ma quando si parla di cambiamenti climatici, le principali holding sono ancora bloccate nell’era del fumo al chiuso”, afferma Duncan Meisel, direttore esecutivo di Clean Creatives.

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