Uno studio dell'Università Ca’ Foscari di Venezia ha trovato tracce di glifosato e fosetil alluminio nell'aria di Mestre, il che suggerisce che i pesticidi sono un problema anche in città e andrebbero limitati (se non eliminati del tutto)
Quando pensiamo ai pesticidi, ci vengono subito in mente le grandi coltivazioni dove questi prodotti vengono frequentemente impiegati, ma è importante non trascurare che il problema si estende anche alle aree urbane. Questo aspetto è spesso ignorato, così come i potenziali effetti e danni che ne possono derivare.
Un nuovo studio mette però ora in luce l’importanza di esaminare più da vicino l’uso di questi prodotti nelle città e le loro conseguenze sulla qualità dell’aria, dell’ambiente circostante e, inevitabilmente, anche sulla salute dei cittadini.
La ricerca di cui vi parliamo oggi, condotta da un team dell’Università Ca’ Foscari Venezia, ha portato alla luce l’uso di pesticidi e fungicidi in aree verdi urbane. In particolare, gli esperti si sono concentrati ad analizzare la presenza di tracce di glifosato e altri contaminanti nell’aria di Mestre.
Nell’ambito della ricerca, l’aria è stata analizzata tramite un campionatore di polveri fini posizionato sull’edificio più alto del Campus scientifico. Questo strumento ha permesso ai ricercatori di classificare le particelle in base alla loro dimensione, fornendo indizi sulla loro provenienza. L’aerosol urbano, suddiviso in base alle dimensioni, è stato campionato mediante un impattore a cascata per due mesi.
Contrariamente alle aspettative, che prevedevano la rilevazione di pesticidi provenienti dalle aree rurali circostanti, sono state trovate tracce di glifosato e del fungicida fosetil alluminio, suggerendo un utilizzo locale, dunque all’interno della città stessa.
Come ha dichiarato Giovanna Mazzi, dottoranda di Scienze Ambientali e coautrice dello studio:
Nonostante ci aspettassimo di trovare i prodotti per la protezione delle piante nelle particelle più sottili, quindi provenienti dalle zone lontane dalla città di Mestre, abbiamo trovato Glifosato e Fosetil Alluminio nelle particelle più grosse (10 – 1.8 μm). Questo ci suggerisce che i due composti sono usati all’interno della città, probabilmente nei giardini privati o pubblici.
C’è da dire che le concentrazioni rilevate sono estremamente basse, nell’ordine di frazioni di nanogrammi per metro cubo di aria campionata. Tuttavia, secondo gli esperti, questi risultati non possono essere trascurati, poiché evidenziano una contaminazione diffusa.
La questione del glifosato, tra l’altro, è particolarmente delicata. Infatti, anche se l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) l’ha classificato come probabilmente cancerogeno, questo continua ad essere utilizzato (l’autorizzazione europea è stata rinnovata da poco). I ricercatori però invitano a riflettere sull’uso eccessivo di prodotti chimici per la protezione delle piante, sottolineando l’importanza di scegliere pratiche più sostenibili.
I risultati, pubblicati sulla rivista Environmental Pollution, evidenziano la necessità di un’analisi più approfondita sull’impatto dei pesticidi sulla salute pubblica e sull’ambiente, anche in città.
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Fonte: Environmental Pollution
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