Dietro la maschera della “vera bellezza” di Dove: il documentario che rivela 2 decenni di distruzione ambientale

Mentre Dove si prepara a celebrare il 20° anniversario della campagna "Real Beauty", il nuovo documentario firmato Greenpeace spoglia l'immagine pulita del brand per rivelare due decenni di distruzione ambientale

I prodotti Dove? Una vera influenza tossica. Un marchio che si è a lungo ritratto come campione della “vera bellezza”, della fiducia e della cura dell’ambiente, nasconde un lato oscuro e segreto.

A confermarlo è il nuovo documentario di Greenpeace, che sovverte gli spot di Dove, diventati iconici nel corso degli anni, in occasione dell’anniversario della campagna “Real Beauty”. Per la serie: non è tutt’oro quel che luccica. A 20 dalla prima campagna Dove “Real Beauty”, infatti, in cui il marchio di proprietà Unilever oggi rinnova il suo impegno per difendere quella che definisce “bellezza autentica” e affronta le nuove sfide dell’Intelligenza Artificiale, viene fuori che utilizza montagne e montagne di plastica. E in pochi lo sanno.

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Era il 2004 quando Dove, partendo dal dato secondo cui solo il 2% delle donne si riteneva bella, fece proprio un manifesto per valorizzare il concetto di unicità e per la prima volta nella storia dell’industria del beauty propose esempi di donne reali, senza ritocchi, ponendo particolare attenzione ai giovani e al loro benessere, promuovendo canoni di bellezza realistici e affrontando i problemi del body shaming.

Ad oggi, Unilever vende 331 milioni di dollari di saponette Dove all’anno. E cifre esorbitanti in fatto di plastica.

Il documentario

Il nuovo potente film pubblicato da Greenpeace UK ha preso di mira il marchio di bellezza Dove. Diretto dalla regista nominata ai BAFTA Alice Russell (If The Streets Were On Fire), il film è una sovversione dell’acclamato video di Dove prodotto da Ogilvy nel 2022 “Toxic Influence”. Riproducendo l’originale, presenta coppie di madri e figlie che dialogano tra loro. Le coppie dapprima discutono sulle reazioni positive al marketing di Dove, poi viene loro rivelata la vera portata dei rifiuti di plastica del marchio e il suo impatto devastante, portando con sé forti sentimenti di shock e repulsione.

Il cortometraggio arriva una settimana dopo che gli attivisti di Greenpeace avevano sbarrato gli ingressi al quartier generale di Unilever nel centro di Londra giovedì 5 settembre srotolando uno striscione gigante sulla facciata dell’edificio con il messaggio “La vera bellezza non è così tossica” e chiedendo a Dove di abbandonare la plastica.

Secondo i dati, Dove, e la sua società madre Unilever, rimangono uno dei maggiori inquinatori di plastica a livello globale.

inquinatori plastica

Un rapporto di Greenpeace International pubblicato alla fine dello scorso anno ha mostrato che la società madre di Dove, Unilever, vende l’equivalente di 1.700 bustine di plastica super-inquinanti al secondo. E si stima che solo di Dove nel 2022 siano state prodotte 6,4 miliardi di bustine, pari a oltre il 10% delle vendite totali di bustine di Unilever. Un’indagine sul campo condotta da Greenpeace South East Asia e Greenpeace UK ha rivelato immagini scioccanti dei rifiuti di bustine di Dove che inquinano spiagge e corsi d’acqua nelle Filippine e in Indonesia.

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Greenpeace chiede a Dove e Unilever di eliminare gradualmente la plastica monouso dalle loro operazioni e di passare al riutilizzo nei prossimi 10 anni, a partire proprio dalle bustine di plastica. Greenpeace chiede inoltre all’azienda di sostenere lo stesso livello di ambizione al prossimo round di negoziati su un Trattato globale sulle materie plastiche delle Nazioni Unite, quando parteciperà come co-presidente della Business Coalition a novembre.

Questo potente film mostra la genuina reazione umana all’ipocrisia che filtra attraverso Dove e il suo astuto marketing. È una reazione che dovrebbe preoccupare il marchio: le donne e le ragazze che affermano di sostenere non lo sopporteranno e vogliono che Dove cambi – conclude Anna Diski, attivista di Greenpeace UK. Sanno che non c’è vera bellezza nel vero danno causato dall’inquinamento da plastica di Dove. Non possono continuare a inondare il mondo con quantità inimmaginabili di plastica dannosa. Ecco perché Dove deve smettere di vendere bustine di plastica ora e impegnarsi a eliminare gradualmente la plastica monouso entro un decennio.

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