Dal finestrino dell’autobus a Instagram: cosa ci ha rubato la tecnologia? Questo pezzo comico ti farà riflettere

Il comico Des Bishop ha analizzato alcune dinamiche di salute mentale che coinvolgono le nuove generazioni che preferiscono i social allo stare con se stessi e con i propri pensieri

Il comico Des Bishop, con il suo tagliente umorismo e osservazioni acute, in un suo monologo è riuscito a catturare perfettamente una dinamica comune del nostro tempo: la crescente difficoltà di stare con noi stessi e i nostri pensieri, specialmente in un’epoca in cui la tecnologia ci tiene costantemente distratti.

Nel suo pezzo comico Bishop tocca un tema molto rilevante, ovvero il modo in cui la mancanza di momenti di “mindfulness” non forzata e la sovraesposizione agli stimoli digitali contribuiscono a una crisi di salute mentale, specialmente tra i giovani.

Bishop osserva con ironia che “nessuno, quando ero adolescente, nominava la parola mindfulness”. Questo perché, come spiega, prima dell’avvento degli smartphone, i momenti di noia o attesa erano frequenti e inevitabili: “Eri sull’autobus. Guardavi la condensa gocciolare. Mindfulness”. Questi momenti di quiete erano parte della vita quotidiana, e senza la possibilità di distrarsi continuamente con dispositivi digitali, le persone si trovavano a fare i conti con i propri pensieri in maniera naturale.

Senza momenti di riflessione abbiamo più ansia, depressione e crisi d’identità

Questa riflessione è emblematica di una delle grandi problematiche dei tempi moderni: la difficoltà di essere presenti. L’ironia di Bishop si rivela anche nel racconto di situazioni comuni, come quando si rende conto di essere stato quasi da solo con i suoi pensieri per pochi minuti, solo per poi afferrare il telefono e riprendere a scorrere Instagram.

Il comico scherza su questa costante fuga dal momento presente, paragonando la situazione attuale a un’epoca in cui eravamo costretti a essere “mindful” per forza, non avendo accesso costante a dispositivi di distrazione. Il problema che Bishop solleva, però, è reale e tocca soprattutto le nuove generazioni.

In un mondo in cui ogni attimo libero viene riempito dalla tecnologia, i giovani faticano a stare soli con se stessi, e quando ciò accade, si sentono smarriti. “Quando hanno una finestra di 10 secondi nella loro anima, sentono qualcosa e pensano: ‘Ah, che cos’è?”.

Questa reazione esasperata e confusionaria è un riflesso della difficoltà di processare le proprie emozioni, dato che non si è abituati a farlo. La mancanza di questi spazi di riflessione può contribuire a una maggiore ansia, depressione e crisi di identità.

Il pezzo di Bishop, pur trattato con leggerezza e umorismo, mette in luce un aspetto cruciale della salute mentale contemporanea: la necessità di ritrovare momenti di solitudine e introspezione, senza fuggire costantemente verso le distrazioni digitali.

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