Otite nel gatto? Prova a curarla seguendo questi 9 step consigliati dalla veterinaria

Otite nel gatto? I proprietari tremano: i gatti, infatti, non sono sempre così collaborativi e curarla vuol dire prendersi morsi e graffi. A meno che di non procedere per gradi e provare a percorrere questi step

Quando il veterinario diagnostica un’otite nel gatto, il proprietario trema. Perché già immagina che dovrà mettere delle gocce nelle orecchie del gatto. E sa benissimo che il suo solitamente dolce e amorevole “Fuffino”, durante la manovra di applicazione delle gocce, si trasformerà nell’Attila dei gatti, dispensando generosamente morsi e graffi a ogni tentativo di applicazione. Tuttavia, se proviamo ad abituare il gatto seguendo alcuni precisi step, magari riusciamo a risparmiarci un graffio o due.

Cause di otite nel gatto

Ma come accorgersi che il nostro gatto ha l’otite? Quali sono le cause di otite nel gatto? In questo caso parliamo di otite esterna, quella che presenta sintomi come:

  • scuotimento della testa
  • grattamento delle orecchie per prurito e dolore
  • orecchio piegato in basso
  • testa inclinata dalla parte che fa più male
  • presenza di cerume e/o pus che a volte fuoriesce dall’orecchio
  • lesioni secondarie da grattamento e autotraumatismo con formazione di croste, talvolta sanguinolente
  • orecchio arrossato
  • dolore alla palpazione
  • talvolta otoematoma

Fra le principali cause di otite nel gatto, invece, ascriviamo:

Come curare l’otite nel gatto?

Ed ecco i nove step da seguire (adattandoli alle singole esigenze) per curare l’otite del gatto in maniera semplice e indolore (forse. E indolore inteso per noi: chi ha provato a mettere le gocce nell’orecchio di un gatto intrattabile, sa bene a quali graffi e morsi mi riferisco):

  1. Avere un gatto minimamente trattabile. Se avete un gatto forastico e molto, molto aggressivo, non c’è santo che tenga: non si riuscirà a mettergli le gocce nelle orecchie. Mi riferisco a quei gatti che non tollerano neanche la minima manovra e che vi si scagliano addosso come furie quando vi avvicinate. Con questi gatti le cure locali sono una battaglia persa. Se però il gatto è vagamente e minimamente collaborativo, provate a passare agli step successivi
  2. Abituare il gatto a farsi toccare le orecchie. Questo in realtà era qualcosa che dovevate fare sin da quando era piccino: abituarlo alle manipolazioni in zona orecchie, dandogli un premietto come rinforzo positivo ogni volta. Se dovete mettere delle gocce nell’orecchio del gatto, procedete con la manovra diverse volte e, quando lo vedrete relativamente tranquillo, applicate le gocce. Durante la manovra potrete avvolgere il gatto in un asciugamano, magari facendovi aiutare a da un volontario (serve per bloccare le zampe e limitare il numero di graffi ricevuti)
  3. Preparate tutto ciò di cui avete bisogno prima di acchiappare il gatto: una volta preso, non potrete lasciarlo andare perché vi siete scordati i premietti o le gocce sul tavolo della cucina
  4. Assicuratevi di mettere le gocce nell’orecchio malato e non in quello sano (ovviamente ciò non vale nei casi di otite bilaterale)
  5. In caso di otite monolaterale, iniziate le manovre di manipolazione e pulizia con l’orecchio sano
  6. Se dovete pulire l’orecchio del gatto, utilizzate solamente i prodotti appositi prescritti dal veterinario (anche i prodotti per la pulizia non sono tutti uguali: alcuni, se usati a sproposito o troppo di frequente, possono infiammare ulteriormente l’orecchio). La pulizia ovviamente va fatta prima di applicare il farmaco curativo prescritto dal veterinario
  7. Adesso bisogna applicare le gocce curative. Le gocce devono andare dentro al condotto uditivo, non rimanere solamente in superficie, altrimenti non funzionano. Se anche il padiglione auricolare è infiammato, chiedete al veterinario se applicare e massaggiare qualche goccia di prodotto anche su di esso
  8. Monitorate la patologia: se tutto funziona correttamente, prurito, dolore, arrossamento e cerume diminuiranno progressivamente. Se però il gatto proprio non ne vuole sapere di farsi applicare le gocce, fallo sapere subito al veterinario. È abbastanza inutile andare dal veterinario dopo 10 giorni, al previsto controllo e lamentarsi che la cura non funziona quando candidamente si ammette di non essere riusciti a mettere le gocce neanche una volta perché il gatto non collabora. Strano che non sia migliorato visto che la cura non è stata fatta, vero?
  9. Non saltate le visite di controllo: servono al veterinario per valutare la progressione della malattia e della guarigione, valutando work in progress se ci sia qualcosa da modificare nella terapia

Ti potrebbero interessare anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook