Scongiurato un disastro ambientale nel Mar Rosso: la petroliera Sounion è stata messa in sicurezza

Il rischio di una massiccia fuoriuscita di petrolio è stato evitato, grazie a un intervento internazionale tempestivo e coordinato, che ha coinvolto attori privati e militari europei

Un’operazione internazionale ha scongiurato una potenziale catastrofe ambientale nel Mar Rosso, salvando la petroliera Sounion, attaccata lo scorso agosto dai ribelli Houthi dello Yemen. Il rischio di una massiccia fuoriuscita di petrolio, che avrebbe potuto causare danni irreparabili all’ecosistema della regione, è stato evitato grazie a un intervento tempestivo e coordinato, che ha visto coinvolti attori privati e militari europei. L’ha comunicato Aspides, la missione per la protezione delle navi europee nel Mar Rosso.

La Sounion, di proprietà greca e con a bordo oltre un milione di barili di greggio, è stata colpita il 21 agosto da tre missili lanciati dagli Houthi, gruppo ribelle sostenuto dall’Iran. L’attacco ha innescato diversi incendi a bordo, costringendo l’equipaggio ad abbandonare la nave. Il pericolo non era solo rappresentato dai danni immediati subiti dall’imbarcazione, ma soprattutto dalla possibilità che il petrolio si riversasse in mare, creando un disastro ambientale di proporzioni enormi.

La missione navale Aspides dell’Unione europea ha svolto un ruolo determinante nel coordinare l’operazione di salvataggio. Il 25 agosto, pochi giorni dopo l’attacco, le navi militari della missione europea hanno garantito protezione ai rimorchiatori privati incaricati di trainare la petroliera verso una zona sicura, la cui ubicazione non è stata resa pubblica per motivi di sicurezza. La protezione offerta è stata cruciale, soprattutto alla luce della minaccia di ulteriori attacchi da parte degli Houthi, che negli ultimi mesi hanno intensificato le operazioni contro le navi mercantili nella regione, a seguito del conflitto tra Israele e Hamas.

Tre rimorchiatori, protetti da navi da guerra italiane, francesi e greche, hanno lavorato per più giorni sotto condizioni estremamente difficili per domare gli incendi a bordo e riportare sotto controllo la petroliera danneggiata. Nonostante la complessità dell’operazione, che ha visto coinvolti attori pubblici e privati, non si sono verificate perdite di petrolio in mare, evitando così il tanto temuto disastro ambientale.

Una minaccia costante nel Mar Rosso

Gli Houthi, che controllano una vasta porzione dello Yemen nordoccidentale, hanno intensificato le loro operazioni contro le imbarcazioni che attraversano il Mar Rosso e il Golfo di Aden, affermando di voler colpire interessi occidentali in solidarietà con la popolazione palestinese.

Dal novembre scorso, il gruppo ribelle ha affondato due navi e sequestrato un’altra, causando la morte di almeno quattro membri dell’equipaggio. Questi attacchi non hanno risparmiato neanche imbarcazioni neutrali, portando la comunità internazionale a temere un’escalation delle tensioni in un’area già profondamente segnata da conflitti geopolitici e dalle conseguenze della guerra civile yemenita.

Sebbene il disastro ambientale sia stato evitato, l’attacco alla Sounion solleva importanti interrogativi sul futuro della sicurezza marittima nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. Gli attacchi alle petroliere non solo mettono in pericolo vite umane e l’ambiente, ma destabilizzano anche le rotte commerciali globali, con potenziali conseguenze economiche su scala internazionale.

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