Incendi in Amazzonia, nel 2024 è andata già persa un’area grande quanto la Svizzera

Finora sono andati in fumo più di 4 milioni di ettari. Gli stati più colpiti sono Brasile, Bolivia ed Ecuador

Sono più di 50mila gli incendi che hanno devastato l’Amazzonia finora, nel 2024, per un totale di oltre 4 milioni di ettari, in pratica come se fosse andata a fuoco l’intera Svizzera, e soltanto ad agosto è bruciata un’area grande quanto la Sicilia, con 29mila roghi, l’83% in più del 2023.

La situazione più critica è in Brasile, soprattutto nelle regioni del Pantanal e dell’Amazzonia stessa, colpite da una delle peggiori stagioni di siccità della storia recente.

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In Brasile siamo di fronte alla più grave siccità degli ultimi 40 anni – dicono infatti dal WWF. La stagione degli incendi è in pratica raddoppiata, passando da 3 a 6 mesi. In circa 4.500 comuni non piove da mesi e le temperature sono fino 5 gradi oltre la media.

Ma i roghi riguardano anche Ecuador e Bolivia, con 3 milioni di ettari di superficie percorsa dalle fiamme. Un’emergenza che riguarda l’ambiente e la biodiversità, ma anche la salute umana, con l’aria tossica ha raggiunto 11 Stati e le grandi città a centinaia di chilometri come San Paolo (30 milioni di abitanti) Rio de Janeiro, Brasilia e altre 1.000 città, quasi un quarto del Brasile.

L’aria è ormai irrespirabile, con Pm 2,5 a 300 microgrammi per m3 di aria, mentre la World Health Organization considera come limite da non superare 12.

In Cerrado e Pantanal oltre le foreste sono andati distrutti anche decine di migliaia di ettari di piantagioni di canna da zucchero, con danni per 70 milioni di euro circa. In conseguenza il prezzo dello zucchero è salito alle stelle.

A questo punto è fondamentale la collaborazione tra paesi dell’America latina per evitare che l’Amazzonia raggiunga il tipping point, ovvero il punto di non ritorno, come riconosciuto nella “Dichiarazione di Belem”, conclude Edoardo Nevola, responsabile foreste del WWF.

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