Il Rapporto Coop 2024 propone l'immagine di un'Italia alle prese con incertezze economiche e geopolitiche, che si riflettono in un aumento del risparmio e del de-consumismo ma anche di una nuova consapevolezza alimentare, più attenta a salute, sostenibilità e benessere animale
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Un Paese preoccupato dallo scenario internazionale, in ansia per l’emergenza ambientale e affaticato dalla quotidianità e per questo sempre più inquieto, ma anche pronto a mettersi in discussione, e che si muove tra la necessità del risparmio, l’abbraccio del de-consumismo e una crescente attenzione alla sostenibilità e al benessere. È la fotografia dell’Italia di oggi che ci propone l’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2024-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”.
Il ritorno del biologico
Dopo anni di stallo dovuto dell’aumento dei prezzi, il biologico è tornato protagonista tra le priorità degli italiani. Quasi 25 milioni di famiglie acquistano prodotti bio, e quasi 10 milioni prevedono di aumentarne il consumo nei prossimi mesi. Il motivo? Una rinnovata attenzione alla qualità e alla provenienza del cibo, con una preferenza per prodotti coltivati senza il ricorso a pesticidi né fertilizzanti chimici.
Il boom delle scelte vegane
Dal report emerge anche una forte crescita della scelta vegana: in un solo anno, la quota di vegani in Italia è raddoppiata, passando dal 2% al 4%. Non si ferma neanche l’aumento di interesse per le diete ricche di proteine vegetali e per stili alimentari come il flexitariano, il reducetariano e il climatariano, tutti accomunati da un abbattimento del consumo di carne e derivati animali. Questa tendenza riflette una maggiore attenzione all’’impatto ambientale della nostra dieta alimentare, così come a una crescente sensibilità verso il benessere animale.
“Sempre di più – si legge nel report – la scelta del cibo passa dalla testa piuttosto che dalla pancia, si moltiplicano le identità alimentari e si rafforza la coscienza ambientalista, sempre più (insieme al benessere) driver guida dei comportamenti alimentari (e delle tante rinunce quotidiane). Se un italiano su 3 (34%) privilegia ancora la dieta mediterranea, si affermano le diete ricche di proteine non animali e la riscossa salutista non lascia a casa nemmeno il biologico dopo anni di difficoltà per il carovita”.
Questa nuova coscienza ambientale si manifesta anche nella crescente attenzione alla filiera produttiva e alle condizioni di lavoro di chi produce il cibo che mangiamo.
I giovani: avanguardia del cambiamento
Le nuove generazioni si confermano l’avanguardia di questa svolta green. Più attenti alla sostenibilità e all’etica nella scelta del cibo, sono anche i più disposti a rivoluzionare le proprie abitudini per ridurre l’impatto ambientale. Sono loro a trainare il cambiamento verso un’alimentazione più sana, sostenibile e rispettosa degli animali.
Il culto del corpo: tra benessere e ossessione
La ricerca del benessere personale si traduce in un nuovo culto del corpo. Cresce la spesa per cosmetici e trattamenti estetici, e si moltiplicano le diete e gli stili di vita orientati al benessere. Questa tendenza, se da un lato riflette una sana attenzione alla salute, dall’altro può sfociare in comportamenti ossessivi e disfunzionali, come l’uso di farmaci per il diabete a scopo dimagrante.
Risparmio e de-consumismo: le nuove parole d’ordine
Ma la parola d’ordine per gli italiani è “risparmio“. La spesa in tecnologia ha registrato un calo significativo, soprattutto per quanto riguarda l’acquisto di smartphone, televisori e pc. Si fa strada un “de-consumismo” che spinge verso una vita a basso impatto, dove l’essenziale diventa centrale e il superfluo viene drasticamente ridotto. Questa tendenza è alimentata non solo dalla necessità di far quadrare i conti, ma anche da una crescente consapevolezza dell’impatto ambientale del consumismo sfrenato.
La tecnologia perde appeal, ma l’innovazione affascina
Se la tecnologia di consumo perde appeal, l’innovazione tecnologica continua ad affascinare gli italiani. Il 37% degli intervistati si dichiara pronto a farsi impiantare un microchip per semplificare la vita quotidiana, e più del 30% immagina di poter sviluppare un legame affettivo con un umanoide digitale o un sistema operativo. Questo ambivalente rapporto con la tecnologia riflette la complessità del nostro tempo, in cui l’innovazione è vista sia come opportunità che come potenziale minaccia.
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