L’Abruzzo contro l’esercito dei selfie: “non solo bracconieri o abusivismo, i nemici della natura sono anche i nostri comportamenti”

Abruzzo terra magnifica che, come altre nel nostro Bel Paese, va preservata e tutelata. Ma non sempre, o non subito, i turisti lo comprendono e così, tra acrobazie e vere e proprie imprudenze, sono disposti a mettersi in posa ovunque, anche dove è vietato, pur di scattare una foto "instagrammabile"

Coi piedi nel ruscello, sotto sotto la cascata, oltre la staccionata e le recinzioni dell’area protetta in barba ai cartelli di divieto. Così l’estate dei social si riempie di immagini di turisti – spesso fai da te – che si cimentano in vere e proprie evoluzioni acrobatiche pur di farsi un selfie e postarlo un attimo dopo. No, non è amare la natura questo, è solo egoistica spavalderia contornata dal solito affanno ad apparire.

Lo vediamo spesso, purtroppo, dalla follia in cima all’Everest ai selfie coi poveri animali. Questa è la volta del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, scrigno incontrastato di bellezze e biodiversità.

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Anche da queste parti, turisti incivili e imprudenti si sono resi protagonisti di video postati sui vari profili, immortalati mentre compiono acrobazie pur di scattare foto vicino alla cascata, nonostante i cartelli vietino esplicitamente di accedere all’area protetta.

Siamo precisamente alla Camosciara, a due passi da Civitella Alfedena e Villetta Barrea, e a parlare sono stati negli scorsi giorni i referenti del Parco, che in un lungo post condiviso sui social hanno affrontato la questione:

Il legame tra conservazione e promozione del territorio è strettamente connesso alla consapevolezza che chi ci abita, e chi viene in visita, è un custode dell’ambiente. Per cui tutte le attività, produttive o ricreative che siano, devono essere compatibili e rispettose della natura per consentire a tutti di scoprire ed esplorare, in punta di piedi, comprendendo come tutte le regole siano funzionali al rispetto del bene più prezioso che abbiamo: la natura. Le regole non sono contro di noi, ma sono per noi. Regole che se anche non comprendiamo al primo istante non è detto che per questo siano “sbagliate” o peggio “esagerate”. Un’area protetta è un capitale che contribuisce a sostenere la vita del genere umano su questo pianeta, ora e per le future generazioni.

Per quanto sia complicato ammetterlo, è impossibile pensare che gli unici danni causati alla natura siano solo quelli che provengono dai bracconieri, dalle costruzioni abusive o dall’inquinamento, tanto per citare alcuni gravi reati – concludono. Purtroppo, evidenze scientifiche alla mano, anche i singoli comportamenti di ognuno di noi possono avere effetti negativi sugli ecosistemi: questi, esaminati individualmente, ci portano a pensare che possono essere trascurabili, ma non di certo se li analizziamo nel loro complesso (come è giusto che sia): è sempre la somma che fa il totale.

Non lasciamo, quindi, far passare il pensiero che per salvaguardare il Pianeta noi nel nostro piccolo non possiamo fare granché. Lo possiamo fare eccome, partendo da un primo banalissimo concetto: stare fermi e osservarla soltanto, la Natura.

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