Una pizza creata da ChatGPT che rappresenta il mix culturale di Dubai con le sue influenze da vari popoli: ingredienti azzardati, ma che piacciono tantissimo ai clienti
A Dubai una pizza creata da ChatGPT sta conquistando i clienti della catena Dodo Pizza. L’idea di creare una pizza utilizzando l’intelligenza artificiale è nata da Spartak Arutyunyan, responsabile dello sviluppo del menù per la catena. Arutyunyan ha voluto sfruttare le capacità di ChatGPT per ideare una pizza che rappresentasse al meglio il mix culturale di Dubai, città in cui convivono influenze indiane, pakistane, filippine, arabe ed europee.
ChatGPT ha risposto alla sfida proponendo una combinazione di ingredienti insolita ma interessante. Ma vediamo cosa c’è dentro alla pizza creata da ChatGPT. Ha come base il pollo shawarma, un piatto tipico della cucina araba a base di carne speziata.
A questo si aggiunge il paneer shashlik, un formaggio indiano marinato e grigliato con spezie, che aggiunge una nota esotica e saporita. Il tutto è completato da una miscela di erbe orientali, lo Za’atar, una combinazione di timo, sesamo e altre spezie, molto usata nella cucina mediorientale. Per finire, come tocco finale, viene aggiunta la salsa tahini, una crema a base di semi di sesamo che dona cremosità e un sapore intenso al piatto.
Anche altri ristoranti stanno usando l’IA per creare nuovi piatti
Questa combinazione di ingredienti potrebbe sembrare azzardata per una pizza e far storcere i puritani di questa prelibatezza, in particolare noi italiani, eppure il risultato ha sorpreso sia i creatori che i clienti. Nonostante le diversità tra i vari sapori, il mix è stato accolto con grande entusiasmo, tanto che la pizza è diventata una delle scelte più popolari del menù.
L’esperimento di Dodo Pizza a Dubai non è un caso isolato. Anche altre catene di ristoranti stanno sperimentando l’uso dell’intelligenza artificiale per creare nuovi piatti, come Velvet Taco negli Stati Uniti, che ha utilizzato ChatGPT per ideare un taco con gamberi e bistecca.
L’intelligenza artificiale, quindi, si sta affermando anche come uno strumento creativo in cucina, capace di offrire spunti innovativi e combinazioni che spesso non verrebbero in mente agli chef tradizionali. Il futuro della cucina saranno gli “chef” alimentati dall’IA?
Non vuoi perdere le nostre notizie?
- Iscriviti ai nostri canali Whatsapp e Telegram
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite
Ti potrebbe interessare anche:
- La pizza ci rende più felici, lo dice anche la scienza!
- La miglior pizzaiola al mondo è Giulia Vicini, 20enne bergamasca (che ha vinto anche il premio per la “Pizza del Cambiamento” con ingredienti bio e locali)
- PizzAut si espande: dopo le pizzerie arrivano i food truck (e saranno assunti 500 ragazzi autistici)