La prima mini batteria al mondo “radioattiva” che ricarica il cellulare per 50 anni

Gli scienziati cinesi hanno sviluppato una batteria nucleare che può produrre energia per 50 anni senza ricarica, utilizzando l'isotopo radioattivo nichel-63. Chiamata "BV100" e grande meno di una moneta, potrebbe in futuro eliminare la necessità di ricaricare dispositivi come gli smartphone.

Mai più smartphone con l’1% di batteria! Gli scienziati cinesi hanno costruito un prototipo di batteria nucleare in grado di produrre energia per 50 anni senza mai avere la necessità di essere ricaricata.

La tecnologia alla base di questa batteria utilizza un isotopo radioattivo come fonte di alimentazione e sarà la prima del suo genere disponibile in commercio, hanno dichiarato i rappresentanti di Betavolt, l’azienda cinese che l’ha sviluppata.

Si chiama “BV100”, è più piccola di una moneta, con dimensioni di 15 x 15 x 5 millimetri, genera 100 microwatt di potenza e utilizza il nichel-63, che decade in rame. Se approvata per l’uso in dispositivi come gli smartphone, le future generazioni di questa batteria potrebbero eliminare la necessità di ricarica, affermano i rappresentanti dell’azienda sviluppatrice.

Tuttavia, alcuni scienziati dell’Università della Florida sono un po’ scettici. La batteria atomica ha infatti grandi potenzialità di applicazione, come ad esempio nei pacemaker, ma le sue piccole dimensioni prevedono la presenza di relativamente poco radioisotopo, con la conseguenza che è possibile produrre solo lo 0,01% dell’elettricità richiesta da uno smartphone.

In realtà, le batterie nucleari sono una tecnologia ben consolidata. Sono state sviluppate nei primi anni ’50, sfruttando l’energia del decadimento degli isotopi in altri elementi. Finché l’elemento radioattivo decade, la batteria continuerà a generare energia. Ciò significa che le batterie nucleari possono avere una durata di decenni e vengono comunemente utilizzate per alimentare veicoli spaziali o stazioni scientifiche automatizzate, dove l’attrezzatura può essere lasciata incustodita per anni (oltre che nei già citati pacemaker).

L’obsolescenza programmata delle batterie è una questione che sta a cuore dell’Europa e già lo scorso hanno aveva adottato un nuovo regolamento che rafforza le norme di sostenibilità per le batterie (e i relativi rifiuti) e che regola il loro intero ciclo di vita, dalla produzione al riutilizzo e al riciclaggio.

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Fonte: Betavolt

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