Il report di sostenibilità aziendale è legge: cosa cambia per le imprese in Italia

Una serie di nuove norme che possono rappresentare un passo significativo verso una maggiore trasparenza e responsabilità nella rendicontazione societaria di sostenibilità in Italia

Il nostro Consiglio dei Ministri ha finalmente recepito la direttiva 2022/2464/UE, la cosiddetta Corporate Sustainabilty Reporting Directive (CSRD): d’ora in poi, quindi, le imprese di grandi dimensioni avranno l’obbligo di presentare il Bilancio di sostenibilità, con effetti anche per le PMI che appartengono alle catene di fornitura.

Lo scopo è quello di rafforzare gli obblighi di reporting non strettamente finanziario, estendendoli infatti anche alle Piccole e medie imprese (non alle microimprese) e sostituire la rendicontazione non finanziaria con la rendicontazione di sostenibilità, che consiste in informazioni necessarie alla comprensione dell’impatto dell’impresa sulle questioni di sostenibilità e del modo in cui tali questioni influiscono sull’andamento dell’impresa, sui suoi risultati e sulla sua situazione.

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Secondo quanto si legge sul sito del Mef, la direttiva 2022/2464/UE (c.d. Corporate Sustainability Reporting Directive, abbreviato CSRD) si inquadra nell’ambito del Green Deal Europeo e ha lo scopo di promuovere la trasparenza e la divulgazione di informazioni da parte delle imprese riguardo agli impatti ambientali, sociali e legati alla governance (ESG) delle loro attività, attraverso un rafforzamento degli obblighi di reporting da parte delle imprese.

Quali sono gli obblighi

L’obbligo di redazione del bilancio di sostenibilità sarà graduale:

  • dal 1 gennaio 2024 (bilancio 2023) per le imprese/gruppi già soggette alla Dichiarazione non finanziaria con oltre 500 dipendenti
  • dal 1 gennaio 2025 (bilancio 2024) per le imprese/gruppi con oltre 250 dipendenti, fatturato di €50 milioni, stato patrimoniale € 25 milioni
  • dal 1 gennaio 2026 (bilancio 2025) per le PMI quotate ed enti creditizi di minori dimensioni
  • dal 1 gennaio 2028 per le filiali e succursali di grandi imprese extra UE che negli ultimi due esercizi hanno prodotto ricavi netti nei mercati Ue superiori a € 150 milioni

In termini pratici, le imprese dovranno comunicare informazioni sul modo in cui il loro modello aziendale incide sulla loro sostenibilità e su come fattori di sostenibilità esterni (come i cambiamenti climatici o le questioni relative ai diritti umani) influenzano le loro attività.

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