La NASA ha scoperto un sottile campo elettrico che circonda la Terra, il quale potrebbe essere responsabile dei venti supersonici di particelle che soffiano dai poli e potrebbe avere un ruolo cruciale nel mantenimento dell'acqua sul nostro pianeta
Dal lontano 1666, quando Isaac Newton gettò le basi della gravità, il nostro viaggio nella comprensione delle forze che governano il pianeta è progredito enormemente. Oltre al ben noto campo gravitazionale e a quello magnetico, un team di scienziati della NASA ha recentemente identificato un terzo campo di forza, descritto come “altrettanto fondamentale”: il campo elettrico ambipolare.
Questo campo, sottilissimo e quasi impercettibile, potrebbe essere la chiave per svelare il mistero dei venti supersonici di particelle che soffiano dai poli terrestri. Osservato per la prima volta negli anni ’60 con l’avvento delle prime navicelle spaziali, questo fenomeno è rimasto enigmatico per decenni. Si ipotizzava che le particelle fossero riscaldate dalla luce solare, ma non si riusciva a spiegare la presenza di ioni di idrogeno freddi, nonostante viaggiassero a velocità supersonica.
Glyn Collinson, ricercatore presso il Goddard Space Flight Center della NASA, ipotizza che queste particelle vengano attirate da un campo elettrico situato a circa 250 km dalla superficie terrestre. A queste altitudini, gli atomi dell’atmosfera si separano in elettroni e ioni, formando un campo elettrico ambipolare che potrebbe contrastare la gravità, sollevando le particelle verso l’alto.
La missione Endurance e una scoperta rivoluzionaria
Fino a poco tempo fa, non avevamo la tecnologia per misurare questo campo. Solo nel 2016 è stato sviluppato un razzo capace di rilevare minime differenze di tensione su ampie distanze. La missione Endurance della NASA, lanciata dall’isola di Svalbard, a sud del Polo Nord, è stata progettata per captare questo campo. Il 11 maggio 2022, il razzo ha raggiunto un’altitudine di 768 km, raccogliendo dati cruciali per circa 19 minuti. Tra le scoperte più sorprendenti, Endurance ha rilevato un potenziale elettrico di appena 0,55 volt, sufficiente però a spiegare il fenomeno del vento polare.
Questa scoperta potrebbe avere profonde implicazioni per la comprensione dello sviluppo della Terra e della sua atmosfera. Si ipotizza che il campo elettrico ambipolare possa aver giocato un ruolo cruciale nel mantenimento dell’acqua terrestre, a differenza di ciò che è accaduto su Venere e Marte, dove la perdita di acqua ha lasciato i pianeti aridi.
Collinson ha infine affermato che ogni pianeta con un’atmosfera potrebbe possedere un campo ambipolare. Questa scoperta non solo ci aiuterà a capire meglio il nostro pianeta, ma potrebbe anche fornire indizi su come altri mondi si evolveranno nel tempo.
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Fonte: NASA
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