Allarme spezie indiane cancerogene: bloccato mix che stava per arrivare in Italia (ma nessuno ne parla)

Nuova allerta che riguarda le spezie indiane: rilevata la presenza di ossido di etilene in una miscela importata in Italia, prontamente bloccata grazie all’intensificazione dei controlli da parte dell’UE

Il RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed) è il sistema di allerta rapido europeo che permette agli Stati membri di condividere in tempo reale informazioni su rischi per la salute umana derivanti da alimenti e mangimi. È uno strumento fondamentale per proteggere i consumatori, dato che monitora prodotti che possono rappresentare un pericolo per la salute, intervenendo tempestivamente per bloccarne la distribuzione.

Recentemente, il RASFF ha emesso una nuova notifica relativa alle spezie importate dall’India, oggetto di discussione già da mesi a causa di un’inchiesta aperta dalla stessa India e relativa alla presenza di potenziali sostanze cancerogene.

Il 30 agosto 2024, l’Italia ha notificato la presenza di ossido di etilene in una miscela di spezie indiane, con una concentrazione di 2.7 ± 1.4 mg/kg. L’ossido di etilene è un composto chimico utilizzato principalmente per sterilizzare strumenti medici ma, purtroppo, trova impiego anche nella filiera agricola indiana, soprattutto per la disinfestazione delle spezie.

Si tratta di una sostanza altamente pericolosa per la salute umana, associata a un rischio aumentato di tumori, tra cui linfomi e leucemie, e capace di danneggiare il DNA.

Leggi anche: Cos’è l’ossido di etilene, in quali cibi si trova e perché mette a rischio la nostra salute

notifica spezie indiane contaminate

@RAFSS

La scoperta di spezie tossiche non è purtroppo un caso isolato. Già da diversi mesi, l’India si trova al centro di uno scandalo legato alla contaminazione delle spezie. A giugno 2024, il governo del Rajasthan ha ordinato il sequestro di 12 tonnellate di prodotti di due dei marchi di spezie più popolari, Mdh ed Everest, dopo aver rilevato “alti livelli” di pesticidi.

Le autorità di Hong Kong e Singapore avevano già ritirato dal mercato alcuni prodotti di questi marchi a causa della presenza di ossido di etilene, generando preoccupazioni più estese, dato che le spezie indiane sono ampiamente distribuite, anche in Europa.

Nonostante l’evidenza dei rischi, la risposta delle autorità indiane è stata controversa. La Food Safety and Standards Authority of India (FSSAI) ha addirittura alzato i limiti massimi consentiti di alcuni pesticidi, sostenendo che i prodotti rimanevano comunque sicuri. Questa scelta, combinata con il silenzio dei media locali, ha alimentato un clima di indifferenza verso un problema che merita invece tutta la nostra attenzione.

La notifica RASFF di pochi giorni fa classifica l’allerta come “seria”, indicando un rischio significativo per la salute dei consumatori. Il prodotto incriminato è stato bloccato al confine, e l’Italia ha segnalato la necessità di un ulteriore monitoraggio. Tuttavia, non è chiaro se e quanti altri lotti contaminati possano già essere entrati (eludendo i controlli) nel mercato europeo, considerata l’ampia distribuzione delle spezie indiane nel nostro continente.

L’ossido di etilene non è autorizzato nell’Unione Europea e la sua presenza anche a bassi livelli può rappresentare un rischio per la salute. Le autorità dell’Ue hanno già respinto negli scorsi anni numerose spedizioni di prodotti alimentari indiani, in particolare semi di sesamo e frutta secca, proprio a causa della contaminazione da ossido di etilene.

Leggi anche: Gelato, sesamo, spezie e caffè: l’ossido di etilene è ovunque e la situazione peggiora

Vista l’attuale situazione delle spezie indiane e i continui allarmi relativi alla presenza di sostanze pericolose, l’Unione Europea ha deciso di incentivare la frequenza dei controlli sulle importazioni dei prodotti in arrivo da questo Paese, rafforzando ulteriormente le misure di sicurezza per proteggere i consumatori e garantire che arrivino sulle nostre tavole solo alimenti sicuri.

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Fonte: RASFF

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