Coca-Cola accusata di aver prelevato grandi quantità d’acqua in Colombia durante la siccità nonostante i razionamenti

Nella regione di Bogotá l’acqua è razionata a causa dell’emergenza idrica, ma una società subappaltata da Coca-Cola avrebbe comunque prelevato grandi quantità di acqua da un fiume locale

In Colombia la multinazionale Coca-Cola è al centro di un’indagine amministrativa con l’accusa di aver prelevato grandi quantità d’acqua durante un periodo di grave siccità nel comune di La Calera, vicino a Bogotá, sulle montagne che sovrastano la capitale.

La regione di Bogotá sta infatti attraversando una fase critica di emergenza idrica, aggravata dal cambiamento climatico e dal fenomeno meteorologico di El Niño, che ha ridotto drasticamente le riserve d’acqua disponibili. A causa della scarsità d’acqua, i residenti e gli agricoltori della zona hanno subito pesanti razionamenti, con l’approvvigionamento idrico limitato a sole cinque ore al giorno rispetto alle nove precedenti.

L’inchiesta è stata avviata dopo che un articolo del portale di notizie La Voràgine, pubblicato l’11 agosto, ha rivelato che Manantial, una società subappaltata da Coca-Cola per l’imbottigliamento, avrebbe estratto oltre 279.000 litri d’acqua al giorno da un fiume locale, nonostante le restrizioni imposte a causa della siccità.

Sarà condotto uno studio idrologico

L’estrazione continua di enormi quantità d’acqua da parte di Manantial ha suscitato un’ondata di indignazione tra la popolazione locale, che accusa la multinazionale di privilegiare i propri interessi commerciali a scapito del diritto fondamentale all’acqua.

L’autorità ambientale regionale, la Corporazione Autonoma di Cundinamarca (CAR), ha annunciato che condurrà uno “studio idrologico” per valutare la disponibilità d’acqua nella regione e determinare se le risorse idriche siano sufficienti a soddisfare prima di tutto le necessità delle comunità locali. Il direttore della CAR, Alfred Ballesteros, ha sottolineato che la priorità assoluta deve essere garantire l’accesso all’acqua potabile per la popolazione e che l’uso industriale deve essere subordinato a questo obiettivo.

Manantial, operativa nella regione dal 1981, è autorizzata a estrarre 3,23 litri d’acqua al secondo dal fiume di La Calera. Tuttavia l’intensificarsi della crisi idrica ha reso necessaria una revisione delle attuali licenze e delle pratiche di gestione dell’acqua che però non sarebbero state rispettate. Per il momento la società si è rifiutata di commentare le accuse.

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