Il virus della Lingua blu è tornato a mietere vittime tra gli ovini in Sardegna, dove si sta diffondendo a macchia d’olio. La Coldiretti ha già segnalato centinaia di casi accertati, ma sembra che la malattia abbia colpito e ucciso molto di più
Il temuto virus della lingua blu è tornato in Sardegna dopo la terribile epidemia del 2021, e si è già diffuso in tutta la Regione, uccidendo già centinaia e centinaia di ovini (e i numeri sembrano essere anche maggiori di quanto segnalato dalla stessa Coldiretti). L’infezione ormai è dilagata e sembra fuori controllo.
Come spiega l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, la Bluetongue (‘Lingua blu’) è una malattia infettiva dei ruminanti potenzialmente letale, trasmessa da insetti vettori ematofagi (2-3 mm di lunghezza) appartenenti al genere Culicoides, e alla famiglia dei Ceratopogonidi. Sono in particolare le femmine, come nel caso delle zanzare, a doversi nutrire di sangue per portare a maturazione le uova che sono deposte a gruppi (60-100 elementi) su substrati umidi (non nell’acqua libera) ricchi di materiale organico in decomposizione di origine animale e/o vegetale.
Questi insetti possono trasmettere agli animali in realtà più di 50 virus di importanza medico-veterinaria ma i più importanti (e pericolosi) sono il virus della febbre catarrale degli ovini o lingua blu e il virus della peste equina.
Anche se tutte le specie di ruminanti sono recettive alla malattia, il virus colpisce principalmente gli ovini, che presentano sintomi che vanno dalla febbre, all’edema della testa e congestione delle mucose della bocca.
Nei casi più gravi la lingua, ingrossata e cianotica, fuoriesce dalla bocca, da qui il nome dato al virus. La malattia può anche provocare malformazioni fetali e aborti e portare alla morte degli animali. L’infezione, comunque, non rappresenta un pericolo per l’uomo: non esiste infatti alcun rischio di contrarre la malattia né per contatto né attraverso il consumo del latte e della carne.
La diffusione in Sardegna è dovuta ai focolai larvali di Culicoides imicola, che si sviluppano principalmente negli ambienti fangosi in prossimità di abbeveratoi e/o sui bordi dei laghetti artificiali, a loro volta importante risorsa idrica per le circa 20.000 aziende zootecniche della Sardegna.
I focolai sono estesi in tutta la regione – riferisce ai media locali la Coldiretti – e dai pochi casi di qualche settimana fa a oggi la lingua blu nell’Isola sta raggiungendo proporzioni devastanti per gli allevamenti che scontano gravi perdite di animali e ingenti danni ai fatturati
Secondo quanto riportato dall’Ansa, i capi coinvolti al momento sarebbero complessivamente 10.134, di cui 1.062 morti.
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