Shein e Temu si trovano al centro di una disputa legale che ci ricorda ancora una volta come dietro la moda a basso costo (fast fashion) si celino enormi interessi e diverse pratiche discutibili
Cosa si nasconde dietro i prezzi allettanti e le collezioni sempre alla moda di Shein e Temu? Ne abbiamo parlato più volte. Questi giganti della fast fashion, che hanno conquistato milioni di consumatori in tutto il mondo, sono al centro di polemiche di ogni genere.
Dalla possibile presenza di sostanze tossiche nei prodotti, allo sfruttamento dei lavoratori fino all’enorme impatto ambientale, sono tanti i punti oscuri che dovrebbero farci fermare di fronte alla voglia di fare “grandi affari” (che poi non sono) su questi e-commerce.
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Quello che probabilmente non sapete è che non corre buon sangue tra Shein e Temu ed è in corso una battaglia legale che mette in luce le ombre di un modello di business costruito su pratiche altamente discutibili. Di cosa parliamo? Della contraffazione dei prodotti, della manipolazione dei fornitori ma anche di minacce e intimidazioni in stile mafioso, queste almeno sono le accuse reciproche.
La faida tra Shein e Temu si è ora ulteriormente intensificata in quanto Shein ha presentato una causa legale contro il suo rivale per violazione del copyright. La denuncia, depositata presso un tribunale federale di Washington, dipinge un quadro complesso di accuse e controaccuse.
Shein accusa Temu di aver costruito il proprio successo sulla contraffazione e sul furto di segreti commerciali. Almeno un dipendente di Temu avrebbe rubato “preziosi segreti commerciali” a Shein relativi ai prodotti più venduti dell’azienda, di cui Temu ha poi ordinato ai venditori sulla sua piattaforma di proporre “versioni contraffatte”.
L’accusa è grave: Temu eserciterebbe un controllo stringente sui prodotti e sui prezzi, spingendo i venditori a continuare a commercializzare articoli contraffatti, anche dopo che le violazioni sono state rilevate.
In più Temu avrebbe “finto” di essere Shein tramite account su X (ex Twitter), sviando poi i clienti dalla piattaforma “originale” verso la piattaforma Temu.
Per tutto questo, Shein chiede a Temu un risarcimento danni oltre al pagamento delle spese legali.
Temu, dal canto suo, non rimane in silenzio e risponde con durezza alle accuse. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato che “l’audacia di Shein è incredibile”, sottolineando come la stessa azienda sia stata più volte citata in giudizio per pratiche simili. In effetti, altri marchi di moda o rivenditori hanno accusato Shein di violazione del copyright.
H&M ha fatto causa a Shein lo scorso luglio, sostenendo che ha rubato la proprietà intellettuale dell’azienda e venduto prodotti contraffatti. Dr. Martens, Ralph Lauren, Levi Strauss, Puma e Adidas hanno presentato denunce simili, cause che sono tutte ancora in corso.
Temu ha invece denunciato Shein per aver adottato tattiche di intimidazione “in stile mafioso” nei confronti dei fornitori per ostacolare la sua crescita negli Stati Uniti.
Questa disputa legale tra Shein e Temu non riguarda solo la proprietà intellettuale ma, come potete immaginare, ha anche implicazioni economiche significative. Secondo Temu, il suo ingresso nel mercato statunitense ha causato un calo del valore di Shein in borsa di oltre 30 miliardi di dollari, evidenziando come la concorrenza tra i due colossi abbia avuto un impatto diretto e tangibile sul mercato.
Fatto sta che entrambe le aziende, nonostante le controversie legali e le accuse di pratiche scorrette, continuano a prosperare in un mercato globale “affamato” di moda a basso costo. Questa battaglia ci mostra quanto siano enormi gli interessi in gioco e quanto noi, come consumatori, contiamo e siamo preziosi per questi colossi della fast fashion, pronti a tutto pur di conquistare il nostro favore.
Dal canto nostro, dovremmo invece riflettere su tutto ciò che ormai sappiamo nascondersi dietro Shein, Temu e similari, e considerare seriamente di smettere di acquistare da questi colossi, scegliendo alternative più etiche e sostenibili.
La replica di Temu
A seguito della pubblicazione del nostro articolo, siamo stati contattati dall’azienda Temu, che ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“L’audacia è incredibile. SHEIN, sepolta sotto la sua stessa montagna di cause legali in materia di proprietà intellettuale, ha la faccia tosta di fabbricare accuse contro altri per la stessa cattiva condotta per la quale è stata ripetutamente citata in giudizio.”
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