Questa scultura di sabbia dedicata a KJ1 è l’omaggio a mamma orsa più commovente che vedrai

Una scultura fatta di sabbia ricorda KJ1, l'orsa abbattuta in Trentino, e il rapporto con la natura che sembra ormai perduto. L'opera è firmata da Nicola Urru, artista sardo che attraverso la sua arte ritrae il mondo lanciando potenti messaggi

L’abbattimento di KJ1 ha provocato una (nuova) ondata di indignazione dell’opinione pubblica dentro e fuori i confini italiani. In tantissimi hanno dedicato all’orsa madre di 3 cuccioli, ora orfani, un pensiero dopo la sua uccisione, ma l’omaggio forse più commovente arriva dalle spiagge della Sardegna.

Lungo la costa di Sassari, sulla battigia, ha preso vita un gigantesco orso. Porta la firma di Nicola Urru, maestro della sabbia, che ha voluto ricordare personalmente KJ1. Il possente animale compare accanto a una figura, beatamente distesa sotto la sua robusta pelliccia.

È un’immagine toccante, ma che vuole promuovere la consapevolezza di chi la ammira e la riflessione. Ce lo anticipa, del resto, anche la citazione di Ernest Hemingway che precede le riflessioni dell’artista sardo e che racchiude la chiave di lettura della sua opera.

C’è qualcosa di nobile in questa grossa bestia, qualcosa che fa pensare ad un barlume di sentimento umano, sparare ad un orso è come sparare ad un fratello”

L’orso e l’uomo sono uno accanto all’altro, come se tra di loro non vi fossero distinzioni di specie o di alcun tipo. Riposano sereni, come serena dovrebbe essere la loro convivenza.

La scultura è un invito diretto all’osservatore a ripensare il modo in cui intendiamo il nostro rapporto con la natura e con i suoi esseri viventi tutti.

Forse l’errore nel tempo è solo nostro… Ci siamo creati una vera e propria sindrome di disconnessione con la Natura, per cui alla fine sempre meno sentiamo il bisogno di una sua vicinanza… In pratica oggi la Natura vale solo perché serve… un albero non va abbattuto perché produce ossigeno…Questo è il vero dramma dell’Uomo, poiché innesca un processo a cascata di impoverimento interiore che porta all’ignoranza cognitiva e culturale, alla perdita di identità di specie, di popolo ma anche almeno in parte personale, all’inaridimento emotivo, ma soprattutto all’incapacità di essere in risonanza con il mondo che ci circonda che, volenti o nolenti, è ancora in massima parte naturale, per quanto rovinato e contaminato” commenta Urru.

Ma quel naturale di cui scrive l’artista deve essere salvaguardato nella sua vera essenza, che sia esso un pendio, un sentiero o un animale selvatico. E lo stiamo facendo nel modo sbagliato. Anche stavolta, un (altro) orso è morto in Trentino, eliminato su ordine delle autorità.

KJ1 se n’è andata, come le onde del mare ha portato via l’opera di Nicola Urru. Le foto del suo sublime lavoro li ritraggono ancora.

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Fonte: Nicora Urru/Facebook

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