Negli Stati Uniti, Avon Products Inc. ha dichiarato bancarotta a causa delle spese legali legate al suo talco cancerogeno, una situazione che ricorda da vicino il caso Johnson & Johnson
Abbiamo parlato diverse volte di Johnson & Johnson che nel corso degli anni ha dovuto affrontare migliaia di cause legali per via del suo talco. L’azienda ha dovuto pagare miliardi di dollari in risarcimenti, a seguito delle accuse secondo cui il suo prodotto, contenente tracce di amianto, avrebbe provocato il cancro ai consumatori.
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La storia in qualche modo si ripete e ora tocca ad Avon Products Inc., uno dei marchi di bellezza più noti al mondo, che ha ufficialmente presentato istanza di fallimento ai sensi del Capitolo 11 lunedì scorso presso il tribunale fallimentare statunitense.
Questa mossa strategica è il culmine di anni di contestazioni legali e spese difensive legate proprio alla sicurezza dei suoi prodotti a base di talco, che sono stati oggetto di numerose cause intentate dai consumatori per presunti legami con il cancro.
Il gigante della cosmesi, noto per il suo modello di vendita porta a porta, ha venduto fino al 2016 prodotti controversi come la “polvere per il corpo”, accusati di contenere tracce di amianto. Sebbene siano passati molti anni, le conseguenze legali di quelle vendite continuano a farsi sentire ancora oggi.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Avon ha speso oltre 225 milioni di dollari per difendersi in tribunale e per compensare i querelanti in vari accordi. Nonostante i suoi sforzi, la società ha raggiunto un punto di non ritorno quando un recente verdetto ha imposto il pagamento di 24,5 miliardi di dollari per danni e sanzioni, somma che l’azienda non è in grado di sostenere senza compromettere la sua stessa esistenza.
La storia di Avon è un lungo viaggio nel settore della bellezza, iniziato nel 1886 e costruito attraverso una rete di rappresentanti di vendita indipendenti. Nel 2016, Avon è stata acquisita da Natura & Co., una società brasiliana che ha cercato di sostenere finanziariamente la sua controllata statunitense con un investimento di 43 milioni di dollari. Tuttavia, le azioni legali che si sono prolungate nel tempo hanno complicato la situazione finanziaria di Avon, portando alla decisione drastica di dichiarare bancarotta.
La procedura di insolvenza del Capitolo 11 consentirà ad Avon di riorganizzare i suoi debiti e le sue passività, permettendo alla società di cercare di vendere parte o tutti i suoi asset per massimizzare il valore per i creditori. Questa procedura dà all’azienda tempo e opportunità per ristrutturarsi finanziariamente e magari salvarsi dalla chiusura definitiva.
La replica di Avon Italia
Avon Italia però rassicura che le operazioni al di fuori degli Stati Uniti non subiranno interruzioni a causa della procedura fallimentare della holding madre. In un comunicato infatti scrive:
La holding statunitense Avon Products, Inc. (API) ha recentemente avviato una procedura volontaria di richiesta fallimentare (Chapter 11) negli Stati Uniti, che consentirà ad API di risolvere il proprio debito e le passività pregresse. Poiché questo processo legale coinvolge solo la holding, le attività di Avon al di fuori degli Stati Uniti non fanno parte del procedimento e non ne risentiranno. È importante sottolineare che ciò significa che non cambia nulla per i nostri clienti, dipendenti, consulenti e altri soggetti interessati nei nostri mercati. In Avon Italia continuiamo a portare avanti le nostre iniziative strategiche e a fornire ai clienti di tutto il mondo la stessa esperienza di bellezza personalizzata che conoscono e amano.
E poi interviene anche relativamente alle accuse che riguardano la sicurezza dei prodotti:
In merito alle passate questioni giuridiche pendenti sulla sicurezza dei prodotti Avon, le cause statunitensi riguardanti il talco che presumibilmente avrebbe contenuto delle tracce di polveri di amianto nei prodotti Avon, si riferiscono a prodotti venduti in quel mercato prima del 2016, anno in cui Avon Cosmetics, che opera internazionalmente ad eccezione degli Stati Uniti, fu rilevata dal gruppo brasiliano Natura e Co. In particolare, si tratta di prodotti “polvere per il corpo” vendute più di 40 anni fa. Sebbene questi prodotti avessero una formulazione diversa rispetto ai prodotti Avon odierni, riteniamo che le affermazioni sulla loro sicurezza siano del tutto prive di fondamento e la holding API, fino ad oggi, si sta difendendo a tal riguardo in tribunale. Tutti i prodotti che portano il nome Avon sono stati sottoposti a una rigorosa e approfondita valutazione della sicurezza e possono essere utilizzati con fiducia. I nostri prodotti contengono solo talco di grado cosmetico, che ha il più alto grado di qualità e purezza ed è stato testato per confermare che non contiene amianto.
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Fonte: Wall Street Journal
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