Cos’è esattamente l’enorme chiazza scura comparsa nel fiume Arno (e perché c’entra la crisi climatica)

L'enorme chiazza marrone che ha interessato in questi giorni il fiume Arno, soprattutto nel tratto cittadino, è dovuta alla cosiddetta "alga alligatore", la cui espansione è legata all’ipossia del fiume

Le alte temperature, lo scarso afflusso da monte, la mancanza per lunghi periodi di pioggia e di piene mette in difficoltà l’Arno, soprattutto nel suo tratto cittadino, dove da qualche anno le alghe che crescono in acqua restituiscono un quadro non esattamente all’altezza della bellezza della città di Firenze. Ma di che si tratta?

In molti, in effetti, affacciandosi in questi giorni dal parco dell’Albereta o a Varlungo, sull’altra sponda, hanno notato una grandissima chiazza dal colore marrone comparsa nel fiume Arno. Non è inquinamento vero e proprio, ma senz’altro un fenomeno legato alla crisi climatica.

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Quella chiazza è dovuta all’ipossia del fiume – spiega Marco Bottino, presidente del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno. In sostanza in questo periodo l’acqua è bassa e molto calda a causa delle temperature esterne e questo dà vita a questo fenomeno.

Ma se le acque si abbassano e si surriscaldano e l’ossigeno scarseggia facendo aumentare le concentrazioni di azoto, si crea l’ambiente favorevole al proliferarsi di diverse specie di alghe acquatiche: l’ultimo avvistamento tra Varlungo e l’Albereta riguarda la Alternanthera philoxeroides o più comunemente conosciuta come brasca e di alga alligatore, specie alloctona, importata e diffusa soprattutto nelle acque di Toscana e Lazio.

Come ogni specie invasiva, si tratta di una pianta è in grado di crescere rapidamente e formare dense colonie che soffocano le piante native, riducendo la biodiversità degli ecosistemi acquatici. Motivo per cui il Consorzio ha dato avvio a interventi di bonifica.

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