“Sto facendo del mio meglio e questo è abbastanza”, come sfidare il tuo spirito iper critico interiore (con il registro automatico dei pensieri)

Il nostro critico interiore limita la nostra crescita e il nostro percorso verso il successo: ecco come zittirlo e sostituire le affermazioni distorte con un dialogo sano e incoraggiante

Avete presente quella vocina interiore che costantemente ci giudica, ci critica e ci limita, dicendoci che non ce la faremo, che non siamo tagliati per quel lavoro, che non abbiamo i mezzi per ambire a quel posto di lavoro o per realizzare quel progetto?

Questa voce non è altro che il nostro critico interiore, la causa principale dei pensieri limitanti e delle convinzioni false che bloccano la nostra crescita personale.

I pensieri che ascoltiamo continuamente e che ci tormentano possono sembrare veri, ma non lo sono, e il loro impatto sulla nostra vita può essere devastante se non li affrontiamo.

Pensieri limitanti e false convinzioni

I pensieri limitanti sono quelle convinzioni radicate che ci fanno sentire inadeguati, incapaci o indegni. Spesso derivano da esperienze passate, traumi o commenti negativi ricevuti durante l’infanzia.

Questi pensieri si manifestano come voci interne che ci ricordano continuamente i nostri presunti fallimenti o mancanze. Frasi come “Non sono abbastanza bravo“, “Non merito il successo” o “Sono destinato a fallire” diventano una sorta di mantra negativo che ripetiamo a noi stessi inconsciamente.

Anche se queste voci sembrano basate su fatti, in realtà sono distorsioni cognitive che ci impediscono di vedere il nostro vero potenziale.

Continuare a credere in queste “false narrazioni” può portare a problemi di salute mentale come depressione, ansia e bassa autostima, peggiorando il nostro umore e ostacolando il nostro percorso verso il successo personale e lavorativo.

Il registro automatico dei pensieri

Una delle tecniche più efficaci per combattere il critico interiore e i pensieri limitanti è il registro automatico dei pensieri, un metodo utilizzato nella terapia cognitivo-comportamentale (CBT).

Questo strumento semplice ma potente ci aiuta a prendere consapevolezza dei nostri pensieri negativi, a metterli in discussione e a sostituirli con convinzioni più realistiche e positive.

Il processo del registro automatico dei pensieri può essere paragonato a quello di un avvocato che cerca la verità per dare giustizia al suo cliente.

Per farlo, deve identificare i pensieri negativi appena emergono, esaminarli criticamente e in maniera imparziale, e riscriverli in modo che riflettano una realtà più equilibrata. Vediamo come funziona questo processo.

Riconosci le “fake news”

Il primo passo è imparare a riconoscere i pensieri limitanti non appena si manifestano. Questi pensieri spesso emergono in momenti di stress, ansia o quando ci troviamo di fronte a una sfida.

Ad esempio, se ci troviamo a dire “Sono una delusione” dopo un piccolo errore, o “Non ce la farò mai” di fronte a una nuova sfida, è importante fermarsi e prendere nota di quel pensiero.

Come abbiamo detto, questi pensieri sono spesso ricorrenti e derivano da esperienze passate, come il feedback negativo ricevuto da figure autorevoli durante l’infanzia.

Riconoscere l’origine di questi pensieri è fondamentale. Ad esempio, una persona potrebbe rendersi conto che la sua convinzione di essere “pigra e grassa” deriva dai commenti critici ricevuti dai genitori durante l’infanzia.

Comprendere che questi pensieri sono il risultato di esperienze passate, e non riflettono la realtà attuale, è un passo cruciale verso la liberazione.

Verifica i fatti

Una volta identificato un pensiero negativo, il passo successivo è esaminarlo criticamente. Questo processo implica chiedersi se il pensiero è davvero vero e cercare prove a favore e contro di esso.

Ad esempio, se ci troviamo a pensare “Sono egoista perché ho deciso di non aiutare il mio amico in difficoltà”, proviamo a chiederci se ci sono altre spiegazioni dietro la nostra scelta.

Potrebbe essere che, in realtà, abbiamo semplicemente bisogno di prenderci cura di noi stessi, della nostra stanchezza o del nostro stato d’animo non ottimale: questo non è egoismo ma auto-cura.

Molto spesso, le prove contro il pensiero negativo superano di gran lunga quelle a favore. Pensare come un avvocato significa mettere in discussione ogni affermazione negativa con logica e obiettività.

Di fronte a ogni affermazione critica o limitante che rivolgiamo a noi stessi, proviamo a confutarla facendo domande, avanzando dubbi.

Se il nostro pensiero limitante ci fa credere che siamo persone pigre, chiediamoci: “C’è davvero qualche prova concreta che sono pigro, dato quanto lavoro duramente ogni giorno?”

Crea nuovi pensieri positivi

Il passo finale è riscrivere il pensiero negativo in modo che rifletta una visione più equilibrata e positiva di noi stessi, garantendoci il supporto di cui abbiamo bisogno per raggiungere i nostri obiettivi.

Questo può essere fatto tenendo un registro scritto dei pensieri negativi e delle prove a favore e contro di essi. Col tempo, il nostro cervello inizierà a rispondere automaticamente ai pensieri negativi con risposte più realistiche e incoraggianti.

Ad esempio, potremmo riscrivere il pensiero “Sono una delusione” in “Sto facendo del mio meglio e questo è abbastanza.”

Questa riscrittura non solo aiuta a ridurre l’impatto dei pensieri negativi, ma contribuisce anche a creare un nuovo dialogo interno basato sull’auto-compassione e sull’accettazione di sé.

Con il tempo, saremo in grado di affrontare e superare il nostro critico interiore, trasformando la nostra vita e migliorando il nostro benessere mentale.

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Fonte: Psychoanalytic Social Work

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