Uno sponsor delle Olimpiadi di Parigi è accusato dalle associazioni che difendono i diritti degli animali di crudeltà e maltrattamenti. In particolare Peta Francia (dove Peta sta per People for the Ethical Treatment of Animals) ha accusato una delle più grandi case di moda di vendere accessori realizzati con la pelle di animali macellati violentemente
Un’ombra cala sulle Olimpiadi di Parigi: alcuni sponsor della manifestazione sportiva più famosa del mondo sono accusati dalle associazioni che difendono i diritti degli animali di crudeltà e maltrattamenti. Dove sta le verità?
Peta Francia (dove Peta sta per People for the Ethical Treatment of Animals) ha accusato una delle più grandi case di moda di vendere accessori realizzati con la pelle di animali macellati violentemente.
Si tratta di LVMH, proprietaria di Louis Vuitton, Fendi, Dior e altri marchi, che, secondo l’associazione, non dovrebbe essere sponsor di una manifestazione con valori nettamente opposti a quelli di violenza e maltrattamenti.
Mi pare di aver sentito che le Olimpiadi dovrebbero rappresentare l’amicizia, il rispetto e l’eccellenza, non maltrattamenti, torture e sfruttamento – scrive l’associazione animalista in un comunicato – Gli enti della Peta hanno più volte denunciato l’estrema sofferenza nella catena di fornitura di LVMH
In passato, un’indagine di Peta Asia sui macelli indonesiani che riforniscono la casa di moda ha scoperto che i lavoratori colpivano i serpenti sulla testa con dei martelli, li gonfiavano con acqua e tagliavano loro la pelle, mentre probabilmente erano ancora coscienti. E un’altra, condotta invece da Peta US, aveva denunciato come gli struzzi subiscano atroci crudeltà prima di poterne sfruttare la pelle per le più prestigiose case di moda.
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Un’azienda come LVMH non merita di sponsorizzare le Olimpiadi – tuona Peta Francia – ecco perché Peta e i suoi sostenitori in tutto il mondo si stanno facendo avanti. È così che lasciamo il segno prendendo posizione contro la crudeltà di LVMH durante le Olimpiadi estive
L’associazione, per protesta, ha realizzato alcune medaglie olimpiche parodia (anche se ovviamente tutto questo non fa affatto ridere) per denunciare che gli animali soffrono per i prodotti LVMH e le hanno inviate ai giornalisti locali e al CEO di LVMH Bernard Arnault, con quest’ultimo in piedi su un coccodrillo insanguinato, un’ascia in una mano e una borsa Louis Vuitton nell’altra.
Si attende la risposta dell’azienda.
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Fonte: Peta Francia
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