Hiroshima, 79 anni dopo: scopri quali effetti avrebbe una bomba nucleare sganciata su Roma, Milano o Napoli

Oggi, immaginiamo l'impensabile: l'Italia sotto attacco nucleare. Un viaggio tra passato e futuro, per non dimenticare e riflettere sulla guerra

Erano le 8:15 del mattino del 6 agosto 1945 quando un bagliore accecante, seguito da un’onda d’urto devastante, sconvolgeva Hiroshima. La prima bomba atomica, soprannominata “Little Boy“, sganciata su una città cancellava in un istante vite umane e non, edifici e speranze.

Il bilancio fu agghiacciante. Poco dopo lo sgancio della bomba, avvenne l’esplosione, a oltre 600 metri d’altezza. In una manciata di secondi, un’area di 12 km quadrati venne polverizzata e tra le 70.000 e 90.000 persone, circa un terzo della popolazione della città, morirono.

Un’intera città rasa al suolo, avvolta in un silenzio spettrale, interrotto solo dalle grida di dolore dei sopravvissuti. Le conseguenze a lungo termine furono altrettanto devastanti: malattie legate alle radiazioni, contaminazione del suolo e dell’acqua, un trauma collettivo che ha segnato intere generazioni.

Oggi, 79 anni dopo, il ricordo di Hiroshima è più vivo che mai. Non solo come commemorazione di una tragedia immane, ma anche come monito per il futuro. L’ombra della bomba atomica, infatti, continua ad aleggiare minacciosa sul mondo intero, con arsenali nucleari ancora presenti in diverse nazioni.

E se l’Italia fosse stata il bersaglio?

Immaginiamo l’impensabile: una bomba atomica della stessa potenza di “Little Boy” (15 kilotoni) sganciata su una delle principali città italiane. Per comprendere la portata della devastazione, utilizziamo NukeMap, un simulatore online che permette di visualizzare gli effetti di un’esplosione nucleare su qualsiasi luogo della Terra.

  • Roma: se la bomba colpisse il Colosseo, l’onda d’urto raderebbe al suolo l’intero centro storico, da Trastevere a Termini. Il Vaticano sarebbe gravemente danneggiato, così come i quartieri limitrofi. L’onda d’urto distruggerebbe edifici storici come il Pantheon e Castel Sant’Angelo, mentre il fallout radioattivo contaminerebbe ampie aree della città e della campagna circostante.
  • Milano: Con l’epicentro nel Duomo, la devastazione si estenderebbe fino alla circonvallazione esterna, inglobando quartieri densamente popolati come Porta Romana, Città Studi e Isola. Simboli come il Castello Sforzesco e la Galleria Vittorio Emanuele II sarebbero ridotti in macerie, mentre l’economia della città subirebbe un colpo devastante.
  • Napoli: Una bomba atomica sul porto di Napoli cancellerebbe l’intero centro storico, dal Maschio Angioino a Piazza del Plebiscito. Quartieri come Vomero e Posillipo subirebbero gravi danni.

Queste simulazioni ci mostrano l’orrore inimmaginabile di un attacco nucleare. Non si tratta solo di numeri, ma di vite umane, di storie, di un patrimonio culturale e sociale che verrebbe cancellato in un istante. L’Italia, con la sua densità di popolazione e la ricchezza del suo patrimonio artistico e storico, sarebbe particolarmente vulnerabile agli effetti di un’arma nucleare.

L’anniversario di Hiroshima ci invita a riflettere sull’importanza del disarmo nucleare e sulla necessità di trovare soluzioni pacifiche ai conflitti internazionali. Solo così potremo evitare che l’incubo di un’apocalisse nucleare diventi realtà.

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