La crisi idrica ha raggiunto livelli critici. Una proposta estrema prevede il trasferimento dei pesci per utilizzare l'acqua lacustre per l'agricoltura. Legambiente denuncia i rischi ambientali di questa soluzione e chiede interventi sostenibili
La Sicilia è stretta nella morsa di una grave siccità.
Fiumi in secca, laghi che si prosciugano, raccolti compromessi e una vendemmia in largo anticipo dipingono un quadro drammatico per l’isola. In questo scenario di emergenza, una proposta estrema ha scatenato un acceso dibattito: trasferire i pesci dai laghi per utilizzare l’acqua per irrigare i campi.
L’idea, emersa durante una riunione dell’Autorità di bacino del distretto idrografico siciliano, ha subito incontrato la ferma opposizione di Legambiente. “Siamo alla pura follia“, ha denunciato al Fatto Quotidiano Beppe Amato, responsabile del settore idrico dell’associazione ambientalista.
Un’ipotesi dai rischi ecologici elevati
Il travaso dei pesci, in particolare dalla diga Ragoleto al lago di Lentini o al lago Ancipa, solleva gravi preoccupazioni ambientali. Le differenze di temperatura, profondità e habitat tra i bacini idrici potrebbero mettere a rischio la sopravvivenza della fauna ittica. Inoltre, il mescolamento di specie diverse potrebbe alterare gli equilibri ecologici, con conseguenze imprevedibili.
Legambiente ha inviato una diffida alle autorità competenti, chiedendo di valutare attentamente i rischi ambientali di questa soluzione e di esplorare alternative più sostenibili.
L’organizzazione ambientalista ha chiesto, nello specifico, di:
- non effettuare alcun intervento e compiere alcuna attività gestionale sul Lago di Lentini (su altre zone umide vincolate come Siti Natura 2000) in assenza della preventiva Valutazione di Incidenza Ambientale;
- evitare ogni forma di trasloco tra invasi che possa determinare contaminazioni delle acque e conseguenze sugli equilibri ecologici;
- mantenere la fauna ittica in ciascun invaso rispettando i volumi idrici di sicurezza, in parte già previsti nei progetti di gestione degli invasi, per non compromettere i profili ecologici e sanitari degli ecosistemi lacustri interessati;
- rispettare ogni altra disposizione di legge sul divieto di immissione di specie alloctone sulla tutela delle caratteristiche delle acque idonee alla vita dei pesci.
Le complessità della crisi idrica
La siccità in Sicilia non è solo un problema ambientale, ma anche economico e sociale. L’agricoltura, uno dei pilastri dell’economia isolana, è in ginocchio. La vendemmia è iniziata con 10-15 giorni di anticipo a causa delle alte temperature e della mancanza d’acqua, mettendo a rischio la qualità e la quantità dei raccolti.
La crisi idrica ha anche ripercussioni sul turismo, un altro settore cruciale per l’isola. La mancanza d’acqua e i disservizi rischiano di compromettere l’immagine della Sicilia come meta turistica.
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